Giuseppe Gioachino Belli

1832 Indice:Sonetti romaneschi VI.djvu sonetti letteratura Sara de Lotte Intestazione 21 luglio 2024 75% Da definire

Lotte a ccasa Lotte ar rifresco
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

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SARA DE LOTTE.

2.

 
     Disse l’Angelo a Llotte tal e cquale:
“Tu, le tu’ fijje, e la tu’ mojje Sara
Currete sempre ggiù pe' la Longara,1
4Senza mai guardà arreto2 a lo Spedale.„

     Però la mojje, ficcanasa3 e avara,
Ammalappena4 l’Angelo arzò ll’ale,
Svortò la testa, e ddiventò de sale,
8Mejjo de cquer che ddànno a la Salara.5
              
     S’oggiggiorno tornàssino ste cose,
Dico de diventà ssale in un sarto6
11Tutte le donne avare e le curiose,
              
     Co’ le molliche7 sole de lo scarto
Ce se farebbe un bèr letto de rose
14A sti ladri futtuti de l’apparto.8

17 gennaio 1832.

Note

  1. Strada di Roma in capo alla quale è lo Spedale di Santo Spirito.
  2. Indietro.
  3. Curiosa.
  4. [A-mala-pena: appena.]
  5. [Il gran magazzino de’ sali.]
  6. Salto.
  7. Bricioline.
  8. Correva in Roma una voce che accusava gli appaltatori dell’amministrazione de’ sali e tabacchi di avere jugulato il Governo in que’ tempi difficili, guadagnando il doppio della corrisposta annua a scapito dell’esausto erario. [Il 3 nov. 1833, il marchese Santacroce, consigliere della Legazione sarda a Roma, scriveva al Ministro degli affari esteri a Torino queste gravi parole: “Quanto alle pubbliche entrate, tutto tende alla rovina...... L’appalto del tabacco, ceduto ad una società ove primeggia il Torlonia, è stato di tanto danno al Governo, che nell’anno 1832 l’utile, il quale si è potuto celare, ha dato il 36 p. % da dividersi fra i soci. In meno di tre anni si sono fatti tre imprestiti, dei quali i primi due hanno dato ai soci Torlonia e Rotschild un 30 p. % di guadagno secondo le tariffe di Borsa.„ Bianchi, Op. e vol. cit. pag. 499.]