Saper vivere/Il grande vincolo/XIX. Visite di nozze
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XIX. Visite di nozze
Otto giorni dopo il viaggio di nozze, gli sposi, essi per i primi, vanno a fare le visite di dovere, cioè: agli stretti patenti; al compare, se ha famiglia; ai testimoni, se hanno famiglia; e, infine, alle persone di maggior riguardo, che presero parte al matrimonio. Queste visite, possibilmente, si debbono fare nei giorni in cui queste persone sono in casa: bisogna saperli, questi giorni, o informarsene minutamente. Queste visite di obbligo non debbono durare molto, se no, è impossibile espletarle, come si deve, in una quindicina di giorni: quindici minuti bastano. Naturalmente, la sposa deve avere una toilette molto chic, un cappello elegantissimo, un sol gioiello bello, ed elegantissimo tutto il resto, ombrellino, ventaglio, borsetta, eccetera. Lo sposo sarà in toilette da visita, cioè redingote, pantaloni grigi o di alta tinta, cravatta chiara, cappello a tuba. Il buon gusto prescrive che si parli poco o nulla della propria felicità: ogni allusione simile sarebbe di cattivo genere. In queste visite, la sposa annuncia il suo giorno di ricevimento, perché le siano ricambiate le visite. Compiuto questo primo giro, doveroso, si fanno le visite più intime, più simpatiche, con coloro con cui si vuol vivere spesso: a ogni modo, la tenuta è la medesima, mentre la cordialità è più grande. Trovandosi ove sono giovanotti che, magari, intervennero alle nozze o con cui si vuole essere amabili, non è la sposa che indicherà loro il suo giorno di ricevimento, ma lo sposo soltanto. Salvo qualche grandissima amicizia, è meglio concentrare tutte le visite, in quel giorno, per restare liberi il resto della settimana. Per sbrigarsi da tutto ciò, gli sposi hanno bisogno da uno a due mesi di corvée, di visite: poi, il loro ingranaggio sociale è completo. Beninteso che lo sposo, massime se è un lavoratore, accompagna la sposa nelle prime, seconde, terze visite; poi tralascia. Non è né pratico, né giudizioso, né elegante accompagnare, massime nei giorni, la sposa, dappertutto. Gli uomini, in generale, partecipano poco ai giorni di ricevimenti: gli sposi, come ho detto, possono presentarsi insieme, solo all’inizio della loro vita comune. Poi, basta. Anche quando la sposa riceve, le prime volte, in casa sua, al suo giorno, lo sposo sarà presente, due o tre volte, per conoscere meglio, magari, le amiche di sua moglie, per far conoscere meglio, alla moglie, i suoi amici: poi, basta. Ogni tanto, proprio ogni tanto, egli può accompagnarla, se ha mezz’ora di tempo, in ima di queste visite: ma non è l’uso. L’uomo deve lavorare, studiare, darsi a cose molto serie: non è fatto per vivere nel five o’clock, di sola importanza muliebre. E ora, lasceremo gli sposi slanciati nella vita, sbrigarsela loro: parleremo di altre norme di saper vivere, ricevimenti, presentazioni, pranzi, altre forme di unioni sociali.