Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura Sémo da capo Intestazione 2 novembre 2022 25% Da definire

La Lettricia La mano reggia
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

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SÉMO DA CAPO.

     Currete, donne mie; currete, donne,
A ssentì la gran nova c’hanno detto:
C’a la Pedacchia, ar Monte, e accant’a gghetto
Arïoprono l’occhi le Madonne.1

     La prima nun ze sa,2 ma jj’arisponne
Quella puro de Bborgo e dde l’Archetto.
Dunque dateve, donne, un zercio3 in petto,
E ccominciate a ddì ccrielleisonne.

     Oh ddio: che ssarà mmai st’arïuperta4
Doppo trentasei anni e mmesi d’ozzio?
Bbattajje, caristie, rovina scerta.5

     Se troveno6 però ccert’indiscreti
Che vvanno a bbisbijjà che sto negozzio
È un antro bbutteghino7 de li preti.

17 novembre 1835

Note

  1. Già nel tempo della repubblica francese in Roma fu creduto da infiniti fanatici di vedere le Madonne delle pubbliche vie aprir gli occhi, girarli, e versar lagrime. Nel 1835, avvicinandosi il colera al nostro Stato, alcuni o creduli o impostori cominciarono a sparger voce della rinnovazione di un tanto miracolo.
  2. Non si sa.
  3. Un selce.
  4. Questo riaprimento.
  5. Rovina certa.
  6. Si trovano.
  7. È un altro mezzo di traffico.