Ritratto delle più nobili et famose città d'Italia/Adria

Adria

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Aquila Ascolo
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ADRIA

Adria, detta anco Atri, posta nell’Abruzzo, è città con titolo di Ducato, & fu posseduta dalla casa Aquaviva. Dicono gli scrittori che [p. 3v modifica]Adriano Imperadore che fu buon principe nacque in questa città. Et Adriano medesimo haveva piacere d’esser tenuto cittadino d’Adria.


ASCOLO.


Ascolo detta Asculum posta nell’Abruzzo, è città forte di sito per le sue buone mura, & per li monti alti che le sono intorno. Abonda delle cose che bisognano per il vivere. Fu altre volte rovinata, a non si sa già chi la rifacesse. Ella è stata lungo tempo sotto la chiesa, ma per le fattioni de cittadini cadde nelle mani di Tomaso Falcetta. Et dopo lui la dominò suo figliuolo il quale essendo molto crudele fu scaacciato dal zoppo de Miglianiti. Ultimamente spenta in essa i Tiranni, se ne vive al presente sotto Filippo.

Fu di questa patria Berucio Barro celebrato per sommo oratore de suoi tempi da Cicerone, si come esso scrive nel Bruto. Et in questa nacque Papa Nicola Quarto dell’ordine de minori, huomo dotto, savio e buono come dicono gli scrittori. Hebbe parimente Cecco astrologo molto piu che poeta, & famoso nella Negromantia, però secondo il volgo.

Enoch che lesse lungamente in Roma fu suo cittadino. Costui essendo molto facondo, & dotto nelle lettere grece & latine trovò ne tempi di Papa Nicola Quinto, Celio Apitio & Pomponio Porfirione, auttori antichi smarriti. Gratiadio che scrisse sopra Aristotele fu parimente Ascolano.


AREZZO.


Arezo detto Aretium, città posta nella Toscana, è al presente di molto nome. Ella è posta in una bella & vaga pianura & il suo territorio è molto fertile di tutte le cose.

Ne tempi de Goti & de Longobardi fu sfasciata di mura & stette due anni a quel modo. Guido Pietramala Vescovo la fortificò poi & la ridusse a buon termine. Ella ha spesse volte combattuto co Fiorentini, essendo tal hora vincente & tal hora perdente. Ne tempi di Federigo Secondo Imperatore essendo ritornati dentro i Tarlati & gli Ubertini di fattion Ghibellina & gia scacciati da Guelfi, Guglielmo Ubertini suo Vescovo se ne fece signore, ma morto & rotto da Fiorentini, gli soccesse nel Vescovado, & nella Signorai il detto Guido Pietramala, capo de Tarlati, il quale anco esso fu rotto da predetti l’anno 1318. A Guido soccesse Pietro Saccone suo fratello, il quale combattendo contro gli Ubertini diede causa a figliuoli di Uguccione dalla Fuggiuola che essi perderono lo stato loro. Accordatosi co Fiorentini vendè loro Arezzo con riserbo d’alcune castella, ma non si fidando essi di lui