Rime varie (Alfieri, 1903)/LXV. Ecco sorger dall'acque io veggo altera

LXV (1783). Ecco, sorger dall'acque io veggo altera

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LXV (1783). Ecco, sorger dall'acque io veggo altera
LXIV. Chi mi allontana dal leggiadro viso LXVI. O di gentil costume unico esempio

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LXV (1783).

Ecco, sorger dall’acque io veggo altera
La canuta del mar saggia reina;
Che un’ombra in se di libertà latina
Ritiene, e quindi estima averla intera.

Se d’Adria all’onde ella pur anco impera,
Non suo poter, ch’ogni dì più declina,
Ma il non poter di chi con lei confina,
Esserne parmi, ed è, la cagion vera.

Pur, quai virtù sì lungamente salda
Contro all’urtare e al rïurtar degli anni
La fer, quasi alta rocca in dura falda?

Di fuor, più ch’arme, i ben oprati inganni;
Terrore al dentro, e antivedenza calda,
Spiegar le fan più là che Sparta i vanni.