Rime varie (Alfieri, 1903)/CCXV. Io che già lungi di mia donna in meste

CCXV (1790). Io, che già lungi di mia donna in meste

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CCXV (1790). Io, che già lungi di mia donna in meste
CCXIV. E carmi e prose in vario stil finora CCXVI. Quanto più immensa tanto men fia audace

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CCXV (1790).

Io, che già lungi di mia donna in meste
Rime troppe il doler disacerbava:
E, i lunghi dì piangendo, pur cantava,
Pregno il cor d’atre immagini funeste;

Io stesso poi, presso a quell’alme oneste
Luci sue, la cui vista il duol disgrava,
In muta gioja tacito mi stava
Ben anni, quasi a dire altro non reste.

E sì pur mai non è Letizia, meno
Che il sien le Cure, garrula loquace;
Mal cape anch’ella entro all’umano seno.

Dunque, or perchè la lira mia soggiace,
Vinta, diresti, dall’amor sereno? —
Pria che dir poco, immensa gioja tace.