Rime varie (Alfieri, 1903)/CCXII. Sogno è ben mero quanto al mondo piace

CCXII (1790). «Sogno è, ben mero, quanto al mondo piace»

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CCXII (1790). «Sogno è, ben mero, quanto al mondo piace»
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CCXII (1790).

«Sogno è, ben mero, quanto al mondo piace.»
Io, da che spiro, ardentemente anélo
Dietro a quell’aura instabile, che sface
L’Oblío talor, ma pria dell’uomo il velo.

E, coturnato il piè, già corsi audace
Stadj assai; nè per farsi argento il pelo,
La divorante fiamma in me si tace,
Ch’anzi ella scherne di Prudenza il gelo.

Or la lira, ora il socco, ora il flagello,
Ed or per anco hammi a tentare astretto
Prose, alto scoglio al nudo mio cervello.

Tutte abbracciar, del pari a tutte inetto,
L’arti del dir mi fea l’Amor del bello;
«Ond’io tornai con le man vuote al petto.»