Rime diverse in lingua genovese/(Compositioni in toscana favella del sig. Bernabà Cigala Casero)

(Compositioni in toscana favella del sig. Bernabà Cigala Casero)

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(Compositioni in toscana favella del sig. Bernabà Cigala Casero)
(La strazzosa canzone alla venetiana) Rime diverse in lingua genovese
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RIME DEL SIGNOR

BERNABA CIGALA,
CASERO,


DA LVI COMPOSTE NE'

primi anni de la sua giouentù.



ENTRE che d'or lucente,
Leggiadra testa auolta
Per suo piacer si volta,
Il velo che la cuopre
Tal hor giù cade, e nuouo Sol discuopre.

Alhor de l'Oriente
Candida Perla ignuda,
Ahi lasso la man cruda
Sopra le chiome bionde
Ripone il Velo, e quel bel Sol asconde.

E ascoso incontinente
Non sò perche la doglia

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L'anima mia non scioglia
Dal carcer de la Terra
Cosi fiero dolor l'opprime e serra.

Ma l'anima altrimente
Non parte già, che mira
La man, per cui sospira,
Onde rimansi in vita
Per gratia sol di quella man polita.

Ma sè nuouo accidente
Il bel capo discuopre
Con le mirabili opre
Lingua non è bastante
A spiegar il piacer di quell'instante.

L'Anima prestamente
Secondo il suo costume
Come farfalla al lume
Se'n vola a le due stelle
Al dolce viso, & a le treccie belle.

Et lui dolcemente,
Non arde, ma gioisce
E con piacer fruisce,
Lui a mirar soggiorna
Il suo bel Sol fin che in eclipsi torna.

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Cosi, lasso, souente
Con gaudio, e con dolore
Empio Tiranno Amore
Hor mi da vita, hor morte,
Chi vide mai più variabil sorte?

Canzon, che si frequente
Di lacrime ho già sparsa,
E di sospir quasi arsa,
Va ambasciatrice a lei,
Che sempre io cerco, e che fuggir deurei.

E chiedi riuerente
Che sia sua gentilezza
Conforme a la bellezza,
E c'hor mai cangi stile,
Le vuol, si come è bella esser gentile.


DEL MEDESIMO.



V
N di che a caso andai

A spasso per la via
Il mio bel sol trouai
Con altra compagnia
Qual rimirando staua
La gente che passaua

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Era il mio vago Sole
Con altre Dame intorno
Ma fe di lor qual suole
Far de la notte il giorno
Che tutte sparuer quelle
Si come al Sol le stelle.

Aihora io salutai
Il mio bel Sol lucente
Et egli i chiari rai
Volgendo incontinente
A mè il saluto rese
Con un sguardo cortese.

Et io oltre n'andai
E restommi nel core
Per non uscirne mai
La cortesia d'Amore
Pensandome poi spesso
Più volte fra me stesso.

Da quel bel giorno in poi
Nessuna più mi piace
Sol in pensar di voi
Riceuo gioia, e pace
E in tal pensiero il core
Trappassa i giorni, e l'hore.

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Sete colei, che'l giorno
Fate sereno, e chiaro
Quando volgete attorno
De gli occhi il sguardo caro
E al vostro bel parlare
Si ferma il Vento, e il Mare.

Da quella dolce bocca
Escon suaui odori
E da voi l'herba tocca
Produce rose, e fiori
Onde vien bello poi
Ciò che mirate voi.

Se per la strada andate
In oro si trasforma
Là doue voi posate
Del piè gentil la forma
E se volgete il viso
Si vede il Paradiso.

Ma de le man leggiadre
Chi dir potrà di quelle
Cupido, e la sua madre
Non han cose più belle
E standole d'intorno
Le bascian notte e giorno.

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L’angelico sembiante
I bei costumi e il modo
Legar ponno ogni amante
D’indissolubil nodo
Onde vien poi beato
Chi è così legato

De la virtù, e valore
Che regnò sempre in voi
Dapoi che’l gran signore
Vi pose qui fra noi
Lascio per non dir poco
Ad altro tempo e luoco.

Voi sete quella, ch’io
Più amo che me stesso.
Voi sete l’idol mio
In mezo a l’alma impresso
E sete la mia vita
Voi sola Margarita.


Queste compositioni del Sig. Bernabà si sono poste in vltimo, per esser sole in Toscana fauella in questo raccolto.


IL FINE.