Rime di Argia Sbolenfi/Libro secondo/Da capo

Da capo

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Libro secondo - Dopo il plico Libro secondo - Primo Maggio MDCCCXCV
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DA CAPO



Consurgite et ascendamus in meridie.
Jerem. VI. 4.          




 
Se nella mesta sera,
     Cinto di luce strana,
     Lo scoglio di Caprera
     All’occidente levasi
     5Superbo sulla nera onda lontana,

Il marinar che passa
     Sull’agile naviglio
     Tien la bandiera bassa
     E tra le palme ruvide
     10Il duro capo abbassa e china il ciglio.

Là, nella calma enorme
     Della morente luce,
     Sotto il granito informe,
     Presso le acacie memori
     15L’ultimo sonno dorme il nostro duce.

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Dorme il Messia invocato
     Nel giorno del dolore,
     Dorme il gentil soldato
     Che amò come una vergine,
     20E col suo s’è fermato il nostro core.

Quando il leon scoteva
     L’ampia cesarie d’oro,
     Un popolo sorgeva
     Bello, gagliardo e giovane
     25Che la pugna chiedeva e non l’alloro;

Sorgean gli eroi sublimi
     Che il duce taciturno
     Primo davanti ai primi
     Guidava all’ardua carica
     30Contro Calatafimi e sul Volturno;

Poi, rotta nel cimento
     La schiera e pur non doma,
     Cadea senza un lamento,
     Mal vendicata vittima
     35Sul colle di Nomento in faccia a Roma.

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Nè alcun tendea la mano
     A mendicar mercede,
     Nè per voler sovrano,
     Nè per clamor di popolo
     40Mentiva il capitano alla sua fede,

Chè il duce ed il soldato
     Chiudean ne’ petti ardenti
     Il cor di Cincinnato
     E ai solchi ritornavano
     45Del plauso non cercato assai contenti.

Ed or che resta? O santo
     Sangue versato invano,
     O fior d’Italia, pianto
     Un dì con tante lacrime,
     50Or ti mette all’incanto il publicano.

O gloria unica al sole,
     Pura in tante vicende,
     Alla crescente prole
     Pura dovevi scendere,
     55E ti compra chi vuole e ti rivende!

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Tutto governa l’oro,
     Tutto è sottil garrito
     Di legulei nel foro,
     E de’ comizi il traffico
     60Frutta come tesoro al più scaltrito.

Il suo veleno occulto
     Ci mesce la menzogna
     E gli ebri, nel tumulto
     Dell’ira, si barattano
     65La calunnia, l’insulto e la vergogna.

Ahi, della prima schiera
     Non resta alcuno in vita?
     Dunque laggiù a Caprera
     Col biondo Cristo italico
     70L’incolpevol bandiera è seppellita?

Ah no! Sacra coorte,
     Per l’ultima battaglia
     Ti risparmiò la morte;
     Inerme e pur terribile
     75Di Roma su le porte ancor ti scaglia.

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Non sangue essa ti chiede,
     Ma invoca i difensori.
     Schieratevi al suo piede,
     Voi forti, e proteggetela
     Con l’incorrotta fede e gli alti cuori.

Trombe dal sonno scosse
     Sonate alla raccolta!
     Correte alle riscosse,
     Salvate voi la patria,
     Vecchie camicie rosse, un’altra volta!

Alto il vessillo alzate
     De’ traditori a fronte...
     Ma voi, deh, riposate
     Nelle giberne lacere
     Cartucce non sparate all’Aspromonte.