Rime di Argia Sbolenfi/Libro secondo/Ai reduci dallo Scioa

Ai reduci dallo Scioa

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Libro secondo - L'idillio di Orlando Libro secondo - Notte d'autunno
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AI REDUCI DALLO SCIOA



Quando spuntar vedrete a l’orizzonte
     Questo suol benedetto e sospirato
     E la brezza natia su l’arsa fronte
     4Il bacio vi darà del ben tornato;

Quando in folla calar vedrete al lido
     I cari vostri a salutar le prore,
     E il dolce vento de la patria il grido
     8Vi porterà de l’aspettante amore;

Quando nel cor di rimembranze pieno
     L’impeto cesserà de la tempesta
     E, consolati, sul materno seno
     12Riposerete alfin la stanca testa;

Se vi parrà d’udir fioco un lamento
     Che seco il pianto e la tristezza porti
     Ascoltatelo pur senza sgomento;
     16Quella è la voce dei compagni morti

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Che dice: — «All’avvenir sorridevamo
     Quando il destino ci portò con lui
     Ed ecco che con voi non ritorniamo,
     20Noi mal sepolti ne la terra altrui.

Ma, dite, la giustizia alzò il flagello
     Su gli eroi da poltrona e i paladini?
     Chi come bestie ci cacciò al macello,
     24Il supplizio subì degli assassini?» —

Voi rispondete: — «Ahimè, dormite in pace
     Del triste campo nel silenzio enorme
     Qui dei delitti la memoria tace,
     28Qui stipendiata la giustizia dorme.

Sovra i tumuli vostri erra feroce
     La iena e ne la notte urla il leone,
     Ma gli eroi da poltrona hanno la croce
     32E gli assassini vostri han la pensione».