417. Dolce mia fiamma, dolce

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417.


[Ad istanza del signor Giulio Mosti.]


Dolce mia fiamma, dolce
     Mia pena e mio tormento,
     Dolce è ’l languir, dolce è ’l martir ch’io sento,
     Dolci sono i tuoi raggi e le faville;
     5E mentre a mille a mille
     Passano in questo core,
     Dico, — s’egli si more,
     Il suo morir non prezza,
     Né morrà per dolor ma per dolcezza. —