394. Mentre co’ vaghi sguardi e col sembiante

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394. Mentre co’ vaghi sguardi e col sembiante
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394.


Ad istanza del conte Nicolò Rangoni.


Mentre co’ vaghi sguardi e col sembiante
     M’infingeva d’amar quasi per gioco,
     Per voi tutto m’accesi a poco a poco,
     4Né son or falso piú ma vero amante.
Vere le pene mie sí varie e tante,
     Vere son le faville e vero il foco
     Tal che gli è questo petto angusto loco,
     8E vero il duol ne l’animo costante.
Né gioco io prendo omai de’ cari inganni,
     Ma vostro gioco io son or che m’avvampo,
     11È gioco il mio languir, gioco la vita.
Pur vincitrice ancora in questo campo
     Non sête voi, ché sconta Amore i danni,
     14E perdete pietade e fede unita.