28. Giacea la mia virtú vinta e smarrita

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28. Giacea la mia virtú vinta e smarrita
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28.


Dice che essendo vinto dal dolore gli apparve in sogno la sua donna

e lo racconsolò.


Giacea la mia virtú vinta e smarrita
     Nel duol, ch’è sempre in sua ragion piú forte,
     Quando pietosa di sí dura sorte
     4Venne in sogno Madonna a darle aita;

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E ristorò gli spirti, e ’n me sopita
     La doglia a nova speme aprí le porte:
     E cosí ne l’imagine di morte
     8Trovò l’egro mio cor salute e vita.
Ella, volgendo gli occhi in dolci giri,
     Parea che mi dicesse: — A che pur tanto,
     11O mio fedel, t’affliggi e ti consumi?
E perché non fai tregua a’ tuoi sospiri,
     E ’n queste amate luci asciughi il pianto?
     14Speri forse d’aver piú fidi lumi? —