Rime (Guittone d'Arezzo)/Non mi credea tanto aver fallato
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Guittone d'Arezzo - Rime (XIII secolo)
Non mi credea tanto aver fallato
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Prega la donna che lo tenga per leal servitore.
Non mi credea tanto aver fallato,
ca mi celasse mostrar so clarore
la rosa del giardino, a cui son dato,
perder potesse per altrui furore.
5Non so perché mi avvenga, isventurato!
Ché sopra me non fu mai servidore
d’amarvi, fresco giglio dilicato:
nova ferita avi’ data al meo core.
Per Deo, vi prego, non siate altera;
10poiché ’l meo core avi’ ’n vostro tenore,
nol sdegnate tener vostro servente.
Non è ragion che lial servo pera:
se ciò avvien, gran falsitá fa Amore,
lo quale nasce cotanto sovente.