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Io temo che la mia disaventura

../S'io prego questa donna che pietade ../Certo non è de lo'ntelletto accolto IncludiIntestazione 8 maggio 2019 100% Da definire

Guido Cavalcanti - Rime (XIII secolo)
Io temo che la mia disaventura
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Sonetto.


Io temo che la mia disaventura
     non faccia sì ch’io dica: — i’ mi dispero: —
     però ch’i’ sento nel cor un pensero,
     4che fa tremar la mente di paura

e par che dica: — amor non t’assicura
     in guisa, che tu possa di leggero
     a la tua donna sì contar il vero,
     8che morte non ti ponga in sua figura. —

De la gran doglia che l’anima sente
     si parte da lo core uno sospiro,
     11che va dicendo: — spiriti, fuggite. —

Allor d’un uom, che sia pietoso, miro
     che consolasse mia vita dolente
     14dicendo: — spiritei, non vi partite. —

Ca ed Ms primari e pressochè uguali. Evitando al v. 12 la mutazione dell’Ercole, che non ha appoggio di alcun manoscritto e mantenendo la lezione come è data dai due mmss. principali, interpetro così: «Allora stupisco d’un uomo che sia pietoso e consolasse la mia vita.....».