Rime (Berni)/XV. Sonetto contra la primiera
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Francesco Berni - Rime (XVI secolo)
XV. Sonetto contra la primiera
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Può far la Nostra Donna ch’ogni sera
i’ abbia a star a mio marcio dispetto
in fin all’undeci ore andarne al letto,
4a petizion de chi gioca a primiera?
Dirà forse qualch’un: "Ei si dispera,
et a’ maggior di sé non ha rispetto".
Potta di Jesu Cristo (io l’ho pur detto!),
8hassi a giocar la notte intera intera?
Viemmene questo per la mia fatica
ch’io ho durato a dir de’ fatti tuoi,
11che tu mi se’, Primiera, sì nemica?
Ben che bisognaria voltarsi a voi,
signor; che se volete pur ch’io ’l dica,
14volete poco ben a voi et a noi.
Et inanzi cena e poi
giocate e giorno e notte tuttavia,
17senza sapere che restar si sia.
Questa è la pena mia:
ch’io veggio e sento, e non posso far io;
20e non volete ch’i’ rineghi Dio?