Rime (Bembo)/Rime leggiadre, che novellamente
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Pietro Bembo - Rime (1530)
Rime leggiadre, che novellamente
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LX.
Rime leggiadre, che novellamente
portaste nel mio cor dolce veneno,
e tu stil d’armonia, di grazia pieno,
com’ella, che ti fa, puro e lucente,4
vedete quanto in me veracemente
l’incendio cresce e la ragion ven meno;
e se nel volto no ‘l dimostro a pieno,
dentro è ‘l mio mal, più che di fuor, possente.4
Sappia ogniun, ch’io vorrei ben farvi onore,
tal me ne sprona; e si devea per certo,
lasso, ma che pò far un che si more?11
Era ‘l sentier da sé gravoso et erto
a dir di voi: or tiemmi il gran dolore
d’ogni altro schivo e di me stesso incerto.14