Rime (Bembo)/Per far tosto di me polvere et ombra
Questo testo è completo. |
Pietro Bembo - Rime (1530)
Per far tosto di me polvere et ombra
◄ | Se la piú dura quercia, che l'alpe aggia | Sì levemente in ramo alpino fronda | ► |
CVI
Per far tosto di me polvere et ombra,
non v’hanno’uopo erbe, Donna, in Ponto colte:
tenete pur le luci in sé raccolte,
mostrandovi d’amor e pietà sgombra.4
L’alma, cui grave duol dì e notte ingombra,
non par omai che più conforto ascolte,
misera, e le speranze vane e stolte
del cor, già stanco in spettando, sgombra8
Breve spazio che dure il vostro orgoglio,
avrà fin la mia vita, e non men’pento:
non viver pria, che sempre languir, voglio.11
Morte, che tronca lungo aspro tormento,
è riposo, e chiunque a suo cordoglio
si toglie per morir, moia contento.14