Rime (Bembo)/Ove romita e stanca si sedea
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Pietro Bembo - Rime (1530)
Ove romita e stanca si sedea
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XI.
Ove romita e stanca si sedea
quella, in cui sparse ogni suo don natura,
guidommi Amor, e fu ben mia ventura,
che più felice farmi non potea.4
Raccolta in sé, co’ suoi pensier parea
ch’ella parlasse; ond’io, che tema e cura
non ho mai d’altro, a guisa d’uom che fura,
di paura e di speme tutto ardea.8
E tanto in quel sembiante ella mi piacque,
che poi per meraviglia oltre pensando,
infinita dolcezza al cor mi nacque;11
e crebbe alor che ‘l bel fianco girando
mi vide, e tinse il viso, e poi non tacque:
– Tu pur qui se’, ch’io non so come o quando –.14