Rime (Angiolieri)/XCIV - Il pessimo e 'l crudele odio, ch'i' porto
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Cecco Angiolieri - Rime (XIII secolo)
XCIV - Il pessimo e ’l crudele odio, ch’i’ porto
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Il pessimo e ’l crudele odio, ch’i’ porto
a diritta ragione al padre meo,
il farà vìvar più, che Botadeo,
e di ciò, buon dì, me ne sono accorto.
5Odi, Natura, se tu ha’ gran torto:
l’altrier li chiesi un fiasco di raspeo,
che n’ha ben cento cogna ’l can giudeo,
in verità, vicin m’ebbe che morto.
– S’i’ gli avessi chèsto di vernaccia! –
10diss’io, solamente a lui approvare:
sì mi volle sputar entro la faccia.
E poi m’è detto ch’i nol debbo odiare!
Ma chi sapesse ben ogni sua taccia
direbbe: – Vivo il dovresti mangiare!