Rime (Andreini)/Sonetto CXCV
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Isabella Andreini - Rime (1601)
Sonetto CXCV
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SONETTO CXCV.
I
O vissi un tempo (ond’hor meco mi sdegno) Tiranneggiata da mortal desiro,
E soffersi infelice il giogo indegno
Di strano, e di gravissimo martìro;
E sì fui priva de l’usato ingegno,
Che ’l proprio error non vidi, aperto hor miro
D’Amor tiranno il micidial disegno,
E di Fortuna il sempre instabil giro.
Hor che (la Dio mercè) pur veggio fuora
Quest’alma de l’antico, e cieco errore
Veggio anco il solco de’ gran falli suoi.
Tal nulla vede il Peregrin qualhora
Di nebbia è cinto; e ’l tutto scorge poi,
Ch’ei lascia à dietro il tenebroso horrore.