Ricciotto de la Ritonna

Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura Ricciotto de la Ritonna Intestazione 5 giugno 2024 75% Da definire

La spósa de Pèpp'Antonio La sepportura ggentilissima
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835
[p. 127 modifica]

RICCIOTTO DE LA RITONNA.1

     Chi? Vvoi? dove? co’ cquella propotenza?
Voi séte er gruggno de spaccià cqui accosto?
Voi cqua, pper dio, nun ce piantate er posto,
Manco si2 er Papa ve viè a ddà lliscenza.

     Via sti canestri, alò,3 bbrutta schifenza.
E cc’è ppoco co’ mmé da facce4 er tosto,5
Ch’io sò ffigura de maggnatte6 arrosto
E mme te metto all’anima7 in cusscenza.8

     Si tte scechi de fà ’n’antra parola,
Lo vedi questo? è bbell’e ppreparato
Pe’ affettatte9 er fiataccio in ne la gola.

     State pe’ ttistimoni tutti quanti,
Che sto ladro de razza10 m’ha inzurtato
E mm’è vvienuto co’ le mano avanti.

1 febbraio 1835.

Note

  1. Litigioso rivenditore di commestibili sulla piazza di mercato della Rotonda.
  2. Neppure se ecc.
  3. Allons.
  4. Di farci.
  5. [Il bravaccio.]
  6. Di mangiarti.
  7. [E mi ti metto nell’anima: ti metto a carica dell’anima mia; ti ammazzo.]
  8. Te lo giuro sulla mia coscienza.
  9. Per affettarti.
  10. [Ladro nato, perchè figlio di ladri.]