Renovatione della Chiesa/Ratti e intelligenze/2

Ratti e intelligenze
Intelligenze che ebbe la nostra S. Madre attenenti alla Madre Suor Maria Grazia Pazzi, sua nipote, cavate dalla Vita di detta Madre Suor Maria Grazia

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Ratti e intelligenze
Intelligenze che ebbe la nostra S. Madre attenenti alla Madre Suor Maria Grazia Pazzi, sua nipote, cavate dalla Vita di detta Madre Suor Maria Grazia
Ratti e intelligenze - 1 Ratti e intelligenze - 3

La Santa Madre vidde in un ratto che Dio aveva eletto quest’ anima avanti che nascessi in modo singolare, per aiuto e bene di questa Religione, e che aveva da essere una colonna per sostenerla, come poi l’esperienza ha mostrato1.

Quando si ebbe ad accettare trovorno delle difficoltà in Roma dicendo che non volevono fossero tante dell’istessa famiglia de’ Pazzi, e la Santa Madre vedde che era il Demonio il quale voleva impedire non fossi in questo santo luogo, perciò si differì per qualche tempo l’accettarla.

Il Padre Vergilio Cepari della Compagnia di Gesù, suo confessore, il giorno che ella entrò per l’ultima volta, in un sermone che fece, disse in ultimo queste parole: Tenete conto di questa gioia che siete per ricevere perché à una purità tanto grande e angelica che non trovo materia d’assolverla, e sarà un soggetto che aiuterà molto la vostra Religione, onde fino da questo punto potete rimirarla quasi columna in templum Dei (Apoc. 3,12).

La sera che entrò in monasterio2 la Santa Madre, che era maestra, la chiamò in mezzo dell’oratorio e li disse che aveva da essere la minima fra le novizie e fare i più vili offizii et esercizi della Religione, perciò amassi la virtù dell’obbedienza e soggezione, essendo questa la virtù che doveva abbracciare con singolare affetto, facendoli promettere, presente tutte, di farlo esattamente.

Dopo la funzione del suo vestimento3, la Santa Madre andò in ratto e la vedde adornata di bellissime gioie del suo Sposo.

Anzi quando prese il santo abito, ella lo vedde fabbricato nel costato del Verbo, dicendo aver essa acquistato sì gran merito dall’atto che aveva fatto la sera quando entrò per sempre, presente tutte le novizie, di soggettare il suo intelletto all’obbedienza e umiliazione e star soggetta.

Vedde ancora tutto quello aveva a patire nella Religione e li fece abbracciate tutto quello voleva Dio da lei.

Un’ altra volta, pure in ratto, vidde come doveva andare a fondare un monasterio4 e peregrinare santamente per il mondo per aiutare la Chiesa di Dio.

Ottenne dalla sua Maestra di far tacitamente i suoi Voti in occasione che una sua compagna doveva professare, et ella non aveva ancora gl’anni.

Si preparò devotissimamente con detta compagna, facendo gl’esercizi spirituali con gran sentimento e unione con Dio con somma soddisfazione della sua santa zia e maestra, la quale ebbe a dire che non si sarebbe mai pensato o creduto quello che Dio comunicava a Suor Maria Grazia.

Quando la novizia ebbe professato, la Santa Madre in ratto vedde i doni comunicati a detta anima e la bellezza sua, ma insieme vedde quello aveva ricevuto Suor Maria Grazia di favori celesti i quali trapassavano di gran lunga quelli dell’altra, sì in bellezza che in abbondanza.

La Santa Madre, quando Suor Maria Grazia era sua novizia, li predisse in ratto che doveva esser maestra di novizie e che Dio ricercava da lei che amassi a perfezione l’anime, dovendo faticare per bene della Religione con suo gran patire; e fuor di ratto vidde e pronunziò più volte il gran patire che aveva a soffrire nel corso di sua vita con queste parole:

Suor Maria Grazia, quello che non volete toccare col dito, diverrà un giorno vostro cibo.

La Santa Madre diceva spesso alla Madre Suor Vangelista:

Madre, credete voi che l’affetto mi inganni? Mi pare che Suor Maria Grazia abbia questo e questo talento, e che Dio se ne abbia a servire in questo luogo. Ditemi se credete sia affetto humano.

E la Madre le replicava che no.

Vedde ancora la Santa Madre che Dio s’era compiaciuto comunicarli e infonderli tanta grazia in questa vita quanto era capace creatura in questo mondo.

Vedde che la Beata Vergine la ricopriva con un manto d’humiltà.

Note

  1. fu priora otto volte
  2. 25 marzo 1600
  3. 19 novembre 1600
  4. nel 10 marzo 1693 fu una delle cofondatrici del monastero dell’Incarnazione del Verbo di Dio (Le Barberini , in Roma)