Renovatione della Chiesa/Lettere personali/12

Lettere personali
lettera 12

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ALLA REVERENDA E CARISSIMA IN CHRISTO, LA MADRE SUOR CARITÀ RUCELLAI.

NEL VENERANDO MONASTERO DI SAN GIOVANNINO. IN FIRENZE

Molto Reverenda in Christo, salute nel Signore.

Ho ricevuto la gratissima di Vostra Reverenza, qual mi è stata di consolatione da una banda, perché sebbene ho avuto nuove di voi, nientedimeno mi è stato carissimo l’aver due versi di man vostra per l’affetion grande qual vi porto. Intendo qualmente siate dal Signore visitata, insieme con alcune altre delle vostre sorelle; del che ve ne compatisco assai e vi conforto tutte a pigliare questa tribolatione dalla mano di nostro Signore Dio, dalla quale permessivamente potete pensare che venga.

Mi sovviene ora dirvi una cosa, quale ò letta nell’Istitutione di Giovanni Taulero a questo proposito, e dice così: che tanto si compiace e diletta Dio che l’anima, mentre è in questo mondo, patisca tribulatione, perché così si venga a rassomigliare all’unigenito suo Figlio qual, stando in terra, altro non fu la vita sua santissima che travagli, persecutione e afflitione, ed al fine morendo in una croce, gridò al Padre suo dicendo: Perché mi hai abbandonato? (cf. Mt. 27,46p) Tanto, dico, si compiace che l’anima patisca, che se non ci fussi altro mezzo per far questo, manderebbe un Angelo dal cielo perché la tribulasse. Se così è, Madre mia in Cristo, insieme con l’altre sorelle vostre, le quali sono dal nostro Signore fatte partecipi di tale afflitione, avete da stare molto liete, poiché vi fa sì buona parte Dio de cibi della mensa sua che vi chiama per la regia via della croce, per la quale egli medesimo si degnò andare per amor vostro; e credo io che questa sia la fornace dove si stiano fabbricando le vostre croci. E non è punto da dubitare, perché il nostro Dio è giusto retributore e, come dice S. Paolo: Sicut socii passionem estis, sic eritis et consolationis (2 Cor. 1,7); e David afferma aver sperimentato l’istesso quando dice nel Salmo: Secondo la grandezza della mia afflitione, le tue consolationi, o Signore, hanno rallegrata e confortata l’anima mia (cf. Sl. 93,19). E può essere che egli lo faccia perché così vi andiate più raffinando nella perfetione, perché sempre, mentre si è in terra, si può divenir a maggior gradi di perfetione.

E per quello che tanto mi dite, che vi par mancare e farci difetto, vi esorterei a ringratiare, sebben credo lo facciate; pure a far particolar atto di ringratiamento al Signore ogni giorno che gli piace di visitarvi, così con pregarlo vi conceda gratia ne cavino quel frutto che egli aspira; e che anco faccia quelle tali creature si ravvedino, se è così per maggior gloria sua, come pare potersi anco con affettuoso cuore desiderarli tutta quella perfetione che desiderate per l’anima vostra. E questo credo saria molto caro a sua divina Maestà. Siate certissima che nella mia oratione, tal qual sono, Dio lo sa, non mai mi scordo di voi in particolare e di tutto il vostro collegio. E questa causa la tengo del continuo raccomandata al Signore, perché mentre conversavo con voi, molto ben conoscevo il tutto, e dall’ora in qua non mi è più uscito di mente. Il Signore ne disponga per gloria sua.

Quell’immagine di nostro Signore non è ancor fatta; subito che sarà fornita la Rev. Madre Priora la manderà, perché Maddalena Maria Ridolfi la chiese a lei quando ci fu. E dell’oratione che chiedete, non si mancherà. Non sarò più lunga, che pur troppo sono stata. A voi infinite volte mi raccomando. Salutate la nostra cara cugina. La Valenzia si raccomanda alle sue care sorelle; il simile fa Suor Angela Caterina alla sua, e la Reverenda Madre Priora saluta le sua nipote. Non starò, come dite, a fare le letanie. Mi raccomando dalla maggiore infino alla minore. Gesù vi infiammi del suo amore.

Del nostro Monastero di Santa Maria degli Angeli, in Borgo San Friano, il dì 9 agosto 1599.

Vostra come figliuola affetionatissima

Suor Maria Maddalena de’ Pazzi