Renovatione della Chiesa/Lettere dettate in estasi/IV

Lettera IV

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Lettere dettate in estasi - III Lettere dettate in estasi - V

Al’ nome dell’Antica e Nuova Verità

Molto R.do Padre Guardiano con gli altri Padri della Confraternità di San Francesco de Paula Salute.

La indegna e inutile serva de Minimi servi dell’innamorato Verbo scrive li presenti versi alle Charità vostre, de quali non si maraviglieranno, sendo che sono per dimostrargli la grande impresa che si trova hoggi da fare nella santa Chiesa, alla quale siate stati eletti aiutori e cooperatori, ordinati e predestinati ab eterno nella mente del nostro Sposo e universal creatore Christo JESU. Dico ad aiutar disporre le creature per la rinovatione della santa Chiesa, la quale esso vuole che si faccia, e hora è venutó el determinato tempo. E si deve cominciare dagli religiosi e religiose consecrati a lui, con fare che osservino e voti principali che hanno promesso nella loro professione, et a far noto e dare aviso a voi e ad altri di tal volere di Dio.

Son constretta dal charissimo e dolcissimo JESU CHRISTO, di chi so che siete desiderosi di servire e mettere in opera la sua a noi tanto salutifera volontà. Et deve sapere, Padre Guardiano, vostra Reverentia, che ha a cercare occasione e proccurare in tutti que modi all’ei possibile, insieme con gli altri a essa suggetti, di seguire la spiratione divina; e con parole cerchi quanto può dar a conoscere e fare intendere che e religiosi e religiose hanno a osservare e lor tre voti, come ho detto, con fargli vedere l’ingnorantia e il pericolo in cui essi si trovano, profferendosi e offendendosi in tutto quello che bisognassi in tale opera, insieme co sudditi sua. Et non voglin mancare dar meno aiuto con le parole che essi si faccino con l’esemplo.

Sovvengagli ancora quelle parole de l’innamorato Paulo quando dice Quis infirmatur et ego non infirmor (2 Cor. 11,29), e che dice e’esorta a pianger con chi piange e rallegrarsi con chi si rallegra (cf. Rom. 2,15). O, se noi habbiamo a far questo! Quanto più se noi godiamo Dio, dico per partecipatione, e osserviamo le promesse a lui fatte habbiamo a infermarci con gli infermi, condescendendo alle loro infirmità; non mantenendogli nelle infirmità, ma sì bene fargli conoscere esse infirmità.

Dhe sì, dhe sì, veda di farlo il mio charissimo Padre. Dhe vestasi, dhe vestasi della prima Verità; e non vogli sopportare di veder tante pecorelle smarrite e dare in fronto di rapacissimi lupi dell’inferno, ma porgagli aiuto con tutte le cose a lui possibile, dico in manifestargli e santissimi Sacramenti e verbo di Dio, con tutto quello che fussi occortente in detta opera, acciò non possin dire: Hominem non habeo (Jo. 5,7). E quando pure per questo havessi a patire qualcosa, gli debbe bastare di non patir come reo per offendere Dio né per fare ingiustitia (cf. Rom. 1,18), come dice l’apostolo San Paulo. Et si deve ricordare che non si può servire a Dio e a Mammona (Lc. 16,13). E amando voi il dolcissimo, amorosissimo e eterno Verbo, non vi doviate contentare a esser soli a amarlo, perché il vero amatore non si contenta esser solo a amare il suo amante, ma desidera farlo conoscere a tutte le creature. Et non deve parer fatica al mio R.do Padre di uscire de sua santi esercitii, però che non parve fatica all’amoroso Verbo di uscite dell’inscrutabil seno del suo eterno Padre e venire a incarnarsi quaggiù per noi, ma faccia sì che possa dire col suo capo CHRISTO che il suo cibo era di fare la volontà del Padre (Jo. 4,34) che come disse il glorioso Giovanni che la luce è venuta nel mondo e le tenebre non l’hanno conosciuta (Jo. 1,5). Et se siete nuovi e odoriferi frutti nel bello e fruttuoso giardino della santa Chiesa, vogliate anco concorrere alla nuova opera del Verbo.

O eterno Verbo, o eterno Verbo, non mirasti ad altro quando fusti inchiovellato in sul durissimo legno della croce che a condurre e ridurre le creature a te. Dicesti: sitio (Jo. 19,28), dimostrando non solo haver sete delle presente ma ancora di quelle che havevono a venire. Patisti sete, o Dio dolce, patisti sete o Dio buono e tutto amoroso, patisti sete di tal Renovatione. O come potrà essere che chi si cava la sete del proprio Sangue dell’eterno Verbo, non cavi a esso la sete che ha della sua creature?

Dhe voglia, dhe voglia, come figliuolo di Dio, concorrere a rimetter la pace ne cuori separati da Dio! Et se mi domandassi quanto questo sarà grato a Dio, gli dico che se havessi lingue angeliche non potre’ narrarlo; ma voi che drento lo provate, credo meglio di me potresti dirlo. Beati pacifici quoniam filii Dei vocabuntur (Mt. 5,9). Dhe vogliate far sì che tutti si possin chiamare figliuoli di Dio, perché la gloria nostra è di condurre e ridurre l’anime a Dio. Dhe non vogliate privar voi di tal gloria, Dio di tal honore, e l’anime di tal salute. Dhe non vogliate, Padre charissimo, usar negligentia. Arda, arda nel vostro petto la charità in far conoscere la pretiosa gioia della povertà, dico in farlo conoscere a quelli che n’hanno fatto professione. Dhe voglia far sì che non si habbia adempire quella parola che disse la prima Verità, che surgeranno nel dì del tremendo giuditio quelli di Ninive e condenneranno questi tali che non hanno voluto intendere la volontà di Dio in osservare la lor professione e voti a lui promessi: Surgent viri Ninivite in judicio cum generatio ista, et condemnabunt eam (Lc. 11,32).

Di nuovo gli dico che non vogli pigliare nulla procedente da creatura nessuna, ma dal sommo Creatore. Et faccia sì che stia sempre assistente al suo cuore tal desiderio et mandi del continuo preghi a Dio che si degni metter presto in esecutione tal opera, che è la volontà dell’infallibile, dell’infallibile, dell’infallibile Verità e increata Sapientia. Diemi la sua beneditione.

JESU, crocifisso Amore, crocifiggaci con sé. JESU. JESU. JESU.

Del nostro monasterio di Santa Maria degli Angeli presso a San Fridiano, il dì 28 di luglio 1586.

L’humile Ancilla dell’humanato Verbo

Suor Maria Maddalena de’ Pazzi