Rapace mano un dì, che Amor dormìa
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Angelo Poggesi
III
Rapace mano un dì, che Amor dormìa,
Del fianco gl’involò l’arco e gli strali,
E desto il cattivel cercando gìa
Delle care perdute armi fatali;
5Quando a caso passò Donna per via
D’alte bellezze alle celesti eguali;
Ei visto il doppio lume, onde ferìa,
Repente a quel fulgor dispiegò l’ali.
Ivi lo spiritello, ivi s’ascosse,
10E me, che del suo mal rider già vide,
Con quei begli occhi a saettar si pose.
Poi disse: Or vanne, ed il tuo cuor s’affide
A beffarsi d’Amor: tal fin propose
In Cielo, in Terra a chi di lui si ride.