Raccolta di proverbi bergamaschi/Prefazione

Prefazione

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PREFAZIONE





Una raccolta di proverbj, dopo quella di Giusti pei Toscani, di Pasqualigo pei Veneti, di Samarani pei Lombardi e di altri parecchi, potrà parere impresa inutile e temeraria. Convengo quanto alla temerità; ma parola detta non è più sua, dice il proverbio, ed io dissi e ridissi la parola, colla quale mi obbligava a raccogliere quanto può servire a ritrarre la nostra Provincia studiata nel suo linguaggio, ne’ suoi proverbj, nelle sue tradizioni, ne’ suoi pregiudizj, usi e costumi. La spensieratezza giovanile non mi permise di misurare le mie forze, ond’io mi addossai un lavoro, per il quale non aveva che del buon volere. Per primo saggio pubblicai una breve memoria su Parre ed il gergo de’ suoi pastori; [p. 8 modifica]venne dopo il Vocabolario dei dialetti bergamaschi: l’indulgenza, colla quale furono accolti quei lavori, mi diede ardire a continuare nel compito mio. Peccato confessato è mezzo perdonato, dice un altro proverbio; e per l’intiero perdono mi raccomando di nuovo alla pubblica indulgenza.

A coloro, che giudicassero inutile una raccolta di proverbj bergamaschi, perchè alla fin fine sono presso a poco que’ medesimi, che in bella forma leggonsi nella preziosa raccolta di Giusti, ricorderei le seguenti parole di Tommaseo: «Se tutti si potessero raccogliere e sotto certi capi ordinare i proverbj italiani, i proverbj di ogni popolo, d’ogni età, colle varianti di voci, d’immaginazioni e di concetti; questo, dopo la Bibbia, sarebbe il libro più gravido di pensieri.» Le varianti appunto hanno grande valore, perchè ci rivelano le caratteristiche delle diverse popolazioni d’Italia. Per mettere possibilmente in rilievo tali varianti, ho stimato necessario, pei non Bergamaschi, la traduzione letterale del proverbio nostro, a cui sovente pongo allato dei raffronti. Spiego i proverbj, il cui significato non apparisce chiaro, e fra loro raggruppo quelli, che quasi formano un discorso illustrandosi e correggendosi a vicenda. Siccome [p. 9 modifica]poi una raccolta di proverbj dovrebbe essere come un manuale della moralità e della esperienza ereditate dal senno antico, così qua e là mi permetto brevi osservazioni, che molte volte prendo ad imprestito dalla altrui sapienza.

Quanto alla economia del presente lavoruccio, mi sono attenuto alle divisioni adottate dal Giusti e poi seguite da pressochè tutti i raccoglitori di proverbj; così, per questo lato almeno, non ci sarà da ridire. Ci sarà invece molto da ridire sul resto, e sarò più probabilmente appuntato di molte omissioni: di questo, come di tutti i benevoli appunti, sarò riconoscente, e la mia riconoscenza crescerà a mille doppj, se si vorrà ajutarmi a riempire le lacune ed a correggere i difetti di questo mio lavoro. Quantunque persuaso che molti vuoti rimangono in questa mia raccolta, non ne ritardo più oltre la pubblicazione, perchè, raccomandata alla benignità de’ miei concittadini, potrà crescere di volume e scemare di difetti.