Sonetti lussuriosi (edizione 1986)/Libro primo/III
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Pietro Aretino - Sonetti lussuriosi (1526)
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Questo cazzo vogl’io, non un tesoro!
Questo è colui, che mi può far felice!
Questo è proprio un cazzo da Imperatrice!
Questa gemma val più ch’un pozzo d’oro
Ohimè, mio cazzo, ajutami, ch’io moro5
e trova ben la foia in matrice:
in fin, un cazzo picciol si disdice,
se in potta osservar vuole il decoro.
- Padrona mia, voi dite ben il vero;
che chi ha piccol il cazzo e in potta fotte10
meritera d’acqua fredda un cristero.
Chi n’ha poco, in cul fotti dì e notte:
ma chi l’ha come ch’io spietato e fiero,
sbizzarrischisi sempre colle potte.
- Gli è ver, ma noi siam ghiotte15
del cazzo tanto, e tanto ci par lieto,
che terrem la guglia tutta drieto.