Quaranta novelle/Nei mari estremi
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Traduzione dal danese di Maria Pezzè Pascolato (1903)
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E su queste parole di verità gli occhi si chiudevano, il sonno veniva, e venivano i sogni, manifestazioni di Dio nello spirito. Pur nel riposo del corpo, durava nell’anima la vita. Ed egli sentiva questa vita: era come se fluttuassero nell’aria, all’intorno, vaghe melodie dolcissime, da lungo tempo familiari al suo orecchio. Una brezza soave, come tiepida di sole, lo avvolgeva; e dal suo giaciglio vedeva illuminarsi tutto, come se la volta di neve si aprisse e ne piovessero fasci di luce. Egli alzava il capo: quel candore abbagliante non era di neve, non veniva dalle pareti o dalla volta: veniva dalle grandi ali d’un Angelo; ed egli intendeva lo sguardo nel volto soave e luminoso di lui. L’Angelo sorgeva fuor dalle pagine della Bibbia, come dal calice d’un giglio; allargava le braccia... e le pareti della capanna di neve cadevano, squarciate, come leggeri veli di nebbia. Le verdi pianure, le colline della patria, con i boschi ingialliti e rosseggianti, si stendevano all’intorno, nel tiepido sole d’una bella giornata autunnale. Il nido della cicogna era vuoto, ma le piccole mele rosse pendevano ancora dai meli selvatici, sebbene le foglie fossero già cadute. Le coccole rosseggiavano per tutto, e lo storno cantava nella gabbietta verde, sulla finestra della fattoria, laggiù laggiù, dov’era il cuore della patria, la casa. Lo stornello fischiava, com’egli, quand’era a casa, gli aveva insegnato; e la nonna gli metteva tra le sbarre della gabbia i pippolini di centocchio, com’egli, il figlio del suo figliuolo, soleva sempre fare... quand’era a casa. La figlia del fabbro ferraio, così giovane, così bella, che stava alla fonte ad attingere, salutava la nonna con un cenno del capo; e la nonna salutava e faceva vedere una lettera, venuta di lontano lontano. Proprio quella mattina la lettera era arrivata, dai gelidi paesi nordici vicini al Polo, dove il nipote si trovava, nelle mani di Dio. Le due donne ridevano e piangevano, ed egli, che di tra il ghiaccio e la neve, sotto le ali dell’Angelo, in ispirito vedeva e sentiva tutto ciò, rideva e piangeva con esse. Leggevano ad alta voce la lettera e ci trovavano le parole della Bibbia: "...pur nei mari estremi, la Tua mano mi guida, mi sostiene la Tua destra!"
Un dolce salmeggiar di preghiere, accompagnato dall’organo, si diffuse all’intorno; e l’Angelo chiuse lentamente le ali ravvolgendone il dormente, come d’un velo: era la fine del sogno. L’oscurità regnò di nuovo nella capanna di neve; ma la Bibbia era sotto il capo del marinaio, e la Fede e la Speranza nel suo cuore. Dio era con lui e con lui era la patria... pur nei mari estremi.
Note
- ↑ Salmi, CXXXIX, 8-9.