Quant'è ch'io sospirava, e che piangea
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Niccolò Forteguerri
III
Quant’è ch’io sospirava, e che piangea,
Per far latino il mio sermon toscano,
Ed ora l’una, ed ora l’altra mano
Tremante a dura sferza, ahimè!, stendea?
5Quant’è ch’ora vincea, ed or perdea
Co’ miei Compagni al corso, e per lo vano
Aer lieve spingea globo lontano,
E ’l sudor dalla fronte io mi tergea?
Quant’è ch’all’apparir d’Aprile e Maggio
10Prendeva in man le varie di colore
Vaghe farfalle, e lor faceva oltraggio?
Sono otto lustri, e pur mi sembran ore.
Oh come dell’età presto è il viaggio!
Uom nasce appena, che s’invecchia, e muore.