Qual in colle aspro, al imbrunir di sera
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III.
Qual in colle aspro, al imbrunir di sera
L’avezza giovinetta pastorella
Va bagnando l’herbetta strana e bella
4Che mal si spande a disusata spera
Fuor di sua natía alma primavera,
Così Amor meco insu la lingua snella
Desta il fior novo di strania favella,
8Mentre io di te, vezzosamente altera,
Canto, dal mio buon popol non inteso
E ’l bel Tamigi cangio col bel Arno.
11Amor lo volse, ed io a l’altrui peso
Seppi ch’Amor cosa mai volse indarno.
Deh! foss’il mio cuor lento e ’l duro seno
14A chi pianta dal ciel sì buon terreno.