Prose della volgar lingua/Libro terzo/XXVI

Terzo libro – capitolo XXVI

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È appresso Tale e Quale, non quando comparazione fanno, ma quando fanno partigione; l’una delle quali si dice alle volte in vece di Chi, sí come la disse il Boccaccio: Laonde fatto chiamare il siniscalco, e domandato qual gridasse, ciò è Chi gridasse; sí come allo ’ncontro Chi si dice alle volte, in vece di dir Quale: il medesimo Boccaccio: La novella di Dioneo era finita; e assai le donne, chi d’una parte e chi d’altra tirando, chi biasimando una cosa, chi un’altra intorno ad essa lodandone, n’avevan ragionato. È ancora che l’una e l’altra si pon neutralmente, e vagliono quanto Alcuna cosa e quanto Qual cosa; sí come vale l’una appo il Petrarca:

Tal par gran meraviglia, e poi si sprezza;

e l’altra appo il Boccaccio: E come il vide andato via, cominciò a pensare qual far volesse piú tosto. Viene eziandio a dir Tale alcuna volta, quanto Tale stato e Tal condizione o somigliante cosa, sí come a dir viene pur nel Petrarca:

E or siam giunte a tale,
che costei batte l’ale,
per tornar a l’antico suo ricetto;

e nel Boccaccio ancora: Anzi sono io, per quello che infino a qui ho fatto, a tal venuto, che io non posso fare né poco né molto. Et è altra volta, quando l’articolo vi s’aggiugne, che Tale può quanto Colui, e gli Tali quanto Coloro, e gli Altretali quanto Quegli altri. Et è Cotale, che val quanto Tale, piú ispressamente detta. Sí come si dice Cotanto, piú ispressamente che Tanto: Oimè, misera me, a cui ho io cotanti anni portato cotanto amore!. Ma la voce Cotale s’è alle volte posta in vece della particella Cosí dal Boccaccio: Né fu perciò, quantunque cotal mezzo di nascoso si dicesse, la donna riputata sciocca. Levasi a tutte queste voci che si son dette, che in vece di nome si pongono, le quali hanno la L nell’ultima loro sillaba, o sola o raddoppiata, non solamente la vocale loro ultima o ancora una delle due L comunemente da tutti gli scrittori, quando vogliono o bene lor mette di levarle, Tal Qual Quel e simili, nel numero del meno; ma eziandio alle volte tutta intera la sillaba in quello del piú; e ancora piú che intera la sillaba da’ poeti, che Ta’ in vece di Tali, e Qua’ in vece di Quali, e Que’ in vece di Quelli, dissero; come che questa ultima sia stata medesimamente detta da’ prosatori.