Prose della volgar lingua/Libro terzo/LXVIII

Terzo libro – capitolo LXVIII

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Leggesi Malgrado vostro Malgrado di lui Mal suo grado e A grado Di grado. Leggesi Ver, in vece di Verso, ne’ poeti, Ver me Ver lui; che si disse ancora Inverso da’ prosatori. Quantunque nel Boccaccio si legga eziandio cosí: Il dí seguente, mutatosi il vento, le cocche, ver ponente vegnendo, fer vela. E Sot e Sor, in vece di Sotto e di Sopra; ma queste tuttavia congiunte con altre voci, sí come sono Sotterra Sommettere Sopposto, e Soppidiano e Soppanno, che disse il Boccaccio, Soscritto Sostenuto Sospinto e Sormontare Soggiornare, quasi giorno sopra giorno menare, nelle prose; e Sorprendere Sorvenire, Sovrempiere Sorviziato Sorbondato, che dissero gli antichi rimatori, e Sorgozzone, che disse il Boccaccio nelle novelle, il che è percossa di mano che sopra il gozzo si dia; et è Gozzo la gola, onde ne viene il verbo Sgozzare, che è Tagliare il gozzo, e Ingozzare, e altre. Come che Lapo Gianni ponesse Sor da sé sola in questo verso:

Che m’ha sor tutti amanti meritato;

e lo ’mperador Federigo in quest’altri:

Sor l’altre donne avete piú valore:
valor sor l’altre avete;

e degli altri scrittori antichi ancora la posero nelle lor prose. Leggesi Fuor e Fore e Fora e Fuori, le quali tutte sono del verso, ma la prima e l’ultima sono ancora delle prose; leggesi, dico, questa particella che pare che sempre abbia dopo sé il segno o del secondo caso, Fuor d’affanni, Fuor di tempo, alle volte ancora senza esso, sí come si legge in quel verso del Petrarca:

Fuor tutti i nostri lidi,

che lo poté per aventura pigliar da Guido Orlandi il qual disse:

e amor for misura è gran follore;

e da Francesco Ismera che disse:

Pensando che ’l partir fu for mia colpa;

o ancora da messer Cino, il quale cosí disse:

Uomo son for misura,
tant’è l’anima mia smarrita omai.

Et è alle volte, che in vece del detto segno se le dà la particella Che, come diede il Boccaccio: Il quale in ogni cosa era santissimo, fuori che nell’opera delle femine; e alle volte non se le dà, sí come non gliele diede il medesimo Boccaccio: Egli entrò co’ suo’ compagni in una casa, e quella trovò di roba piena esser dagli abitanti abandonata, fuor solamente da questa fanciulla. La qual particella si disse eziandio In fuori, e dissesi in questa maniera: La quale io amo, da Dio in fuori, sopra ogni altra cosa. Ponsi anch’ella con questa voce Senno, e formasene Forsennato, voce antica e non piú del verso che delle prose, di cui ancora ci ricordò l’altr’ieri messer Federigo dicendoci che era tolta da’ Provenzali, e con quest’altra Via, e formasene Forviare, voce solamente delle prose, antica nondimeno anch’ella e oltre acciò poco usata.