Prose della volgar lingua/Libro terzo/LIV
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È oltre acciò da sapere quello che tuttavia mi sovien ragionando della detta voce del passato, Restituito Messo e somiglianti, la quale alle volte si dà alla femina, quantunque si mandi fuori nella guisa che si dà al maschio, e, posta nel numero del meno, dassi a quello del piú similmente. Il che si fece non solamente da’ poeti, che dissero:
Passato è quella, di ch’io piansi e scrissi,
e altrove,
Che pochi ho visto in questo viver breve,
e somigliantemente assai spesso; ma da’ prosatori ancora, e dal Boccaccio in moltissimi luoghi e, tra gli altri, in questo: I gentili uomini, miratola e commendatola molto, e al cavaliere affermando che cara la doveva avere, la cominciarono a riguardare, e in quest’altro: E cosí detto, ad un’ora messosi le mani ne’ capelli, e rabbuffatigli e stracciatigli tutti, e appresso nel petto stracciandosi i vestimenti, cominciò a gridar forte. Nel qual modo di ragionare si vede ancor questo, che si dice Miratola e commendatola, in vece di dire Avendola mirata e commendata, e cosí Messosi le mani ne’ capelli in vece di dire Avendosi le mani ne’ capelli messe. La qual guisa e maniera di dire, sí come vaga e brieve e graziosa molto, fu da’ buoni scrittori della mia lingua usata non meno che altra, e dal medesimo Boccaccio sopra tutti. Il quale ancora piú oltre passò di questa guisa di dire, perciò che egli disse eziandio cosí, nella novella di Ghino di Tacco, assai leggiadramente, Concedutogliele il Papa, in vece di dire Avendogliele il Papa conceduto. Né oltre a questo fie per aventura soverchio il dirvi, messer Ercole, che quando la detta voce del passato si pone assolutamente con alcun nome, al nome sempre l’ultimo caso si dia, sí come si dà latinamente favellando, Caduto lui Desto lui; come diede Giovan Villani, che disse: Incontanente, lui morto, si partirono gli Aretini, e altrove, Avuto lui Milano e Chermona, piú grandi signori della Magna e di Francia il vennero a servire; e come diede il medesimo Boccaccio, che disse: Voi dovete sapere, che general passione è di ciascun che vive, il vedere varie cose nel sonno; le quali, quantunque a colui che dorme, dormendo tutte paian verissime, e desto lui, alcune vere, alcune verisimili. Fassi parimente ciò eziandio nella voce del presente di questa maniera: E non potendo comprendere costei in questa cosa aver operata malizia né esser colpevole, volle lei presente vedere il morto corpo -.