Produrre sapere in rete in modo cooperativo - il caso Wikipedia/Introduzione
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Il lavoro che si intende svolgere si concentra su un’analisi approfondita del processo di produzione cooperativa di sapere in Rete. L’approccio adottato intende fornire un ampio sguardo su uno degli argomenti più discussi dalla comparsa del pc nello spazio domestico o, forse ancora prima, in un contesto che prescinde dall’elemento “digitale”: la questione della produzione collettiva di conoscenza.
Nel caso specifico della dissertazione che segue, il nodo teorico centrale si focalizza intorno alle dinamiche che spiegano come sia possibile condividere sapere e conoscenza in Rete. Si è fissata l’attenzione sul caso specifico della compilazione e della manutenzione di un’enciclopedia libera in Internet chiamata Wikipedia. Ci si trova di fronte ad un progetto di raccolta e organizzazione di sapere, a livello universale, di tipo cooperativo, nel quale infatti chiunque è libero di fornire il proprio contributo per accrescere e migliorare l’opera. Il tema della produzione collettiva di sapere è stato affrontato seguendo un percorso che ci riconduce alle origini della costruzione sociale del personal computer che ha occupato quasi tutta la seconda metà del secolo scorso, trovando negli Stati Uniti terreno giovane e fertile per un rapido progresso d’innovazione tecnologica.
Dalle figure chiave di Vannevar Bush e Ted Nelson alle controculture rivoluzionarie che hanno animato gli anni ’70 del continente americano, si è giunti a fissare anzitutto l’attenzione su una subcultura di cui si è parlato molto, quella incarnata dal movimento hacker. Si è sostanzialmente proseguito in due diverse direzioni.
La prima ha ripreso le fila del discorso etico hacker, nella sua forma più pura e marcatamente ideologica. Vagliando le caratteristiche peculiari dell’azione hacker mossa dalla più profonda e radicata ortodossia al “verbo” del suo teorizzatore Richard Matthew Stallman, si è giunti a delineare un quadro degli aspetti fondamentali del movimento hacker.
Tentando però di superare le retoriche del discorso sull’hacking dei primi anni, spesso abusate e sicuramente ormai obsolete, si è passati ad una seconda parte in cui viene proposto il punto di vista “moderato” di Eric Steven Raymond, hacker tra i più attivi, definitore della pragmatica “open source”, figlia “adottiva” per molti aspetti dell’ideologia stallmaniana. Si tratta di una visione più utile ai fini di questa trattazione perché sposta l’attenzione alla declinazione più marcatamente incentrata sulla “prassi” dell’hacking, tralasciando la teoria più estremista nonché potentemente carica di valenze politiche ideata e sostenuta da Richard Stallman. Raymond evidenzia invece l’aspetto maggiormente situato nel contesto reale in cui l’hacker viene a trovarsi: una comunità la cui unione è certamente presente e fondata sui medesimi valori, ma nella quale non mancano conflittualità e particolari dinamiche di relazione e di potere.
Un’ulteriore lettura, al di là di quella fornita dall’analisi del movimento hacker, viene fornita nel quarto capitolo. Lì, dopo aver abbandonato l’apparato ideologico ed etico ispirato dal discorso etico, si punta l’attenzione sulla cooperazione nella struttura del “sistema emergente”. Si supera quindi una spiegazione esclusivamente fornita dall’osservazione di una spinta motivazionale, come può essere quella scaturita all’interno del movimento hacker e ci si concentra su un aspetto maggiormente tecnico e strutturale in grado di descrivere gli esiti del processo di cooperazione nel suo evolvere, nel suo “compiersi”. Tale dinamica ha luogo nel fenomeno cosiddetto dell’“emergenza”.
È stato quindi compiuto un tentativo di spiegare brevemente come in realtà la rete, nel senso più generico del termine, possa supportare forme di auto-organizzazione tali da essere segnalate come un prodotto della configurazione della stessa.
In seguito si è andati oltre, con una spiegazione del funzionamento e delle caratteristiche più importanti della struttura di comportamento complesso cui si riferisce l’emergenza. Pur indicando delle riserve nella possibile lettura di questo approccio, è sicuramente interessante proporre un’interpretazione di questo genere al sorgere di atteggiamenti cooperativi in una struttura di rete.
All’interno di tale quadro teorico si colloca dunque la ricerca, un caso empirico in cui sia possibile leggere in modo situato la pratica della produzione di sapere.
Nell’enciclopedia Wikipedia, si dimostrerà come siano rintracciabili molti degli spunti teorici trattati nella prima sezione del lavoro, sia dal punto di vista dell’etica alla base della seppure giovane comunità dei collaboratori all’opera, sia da quello di una possibile auto-organizzazione “naturale”, che riprenda il discorso trattato nell’emergenza.