Primo vere/Studii a guazzo/Serata di ottobre

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RICORDI DEL PESCARA



Era già adulto ottobre. Ne ’l cupo cobalto de ’l cielo
su su da la marina sorgeva la luna, si come
un viso di pacchiana, tra biondi vapori, ne ’l fiume
dïafano una striscia rossastra gittando. Le barche
5brune, in ordine lungo ancorate, pareano a’ miei occhi
strani fantasmi intenti a pescar con lunghissime canne
da riva; e un odor fresco di pesce marino con l’aura
veniva a buffi; e un lieto confuso vocìo di soldati
uscìa da le caserme riflesse ne l’acqua co’ i lumi.
10Da l’altra parte un rosso fanale aspettando il vapore
sbadigliava ne l’acqua i riflessi suoi tremuli anch’egli.
Io, poggiato a un riparo, guardava, pensando a Felice
cui una lenta tisi rodeva… a vent’anni! La luna
sbiancata tra lievissimi veli di nubi salìa
15ancor più in alto; e in fondo, a la foce, una zona lucente
di mar s’intravedea. — Oh povero amico, darei
la metà del mio sangue purché tu potessi guarire!… —
Fischiò su ’l ferreo ponte con alto frastuono il vapore;
poi il fischio più acuto divenne, e via lunge si perse.