<dc:title> Primo vere </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Gabriele D'Annunzio</dc:creator><dc:date>1880</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation></dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Primo_vere/Libro_terzo/Ricordo_di_Firenze&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20160520185359</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Primo_vere/Libro_terzo/Ricordo_di_Firenze&oldid=-20160520185359
La vedevo passare ogni mattina
sotto le mie finestre spalancate
quel demonietto d’una crestaina
piena di guizzi e di procaci occhiate:
5la vedevo passare ogni mattina.
Eran biondi e ricciuti i suoi capelli
di sotto a ’l cappellin di seta nera
e su la fronte le scendean ribelli
dandole un’aria seducente e fiera: 10eran biondi e ricciuti i suoi capelli…
Che begli occhi, perdio!… Che bel sorriso
su que’ turgidi labbri porporini
che si schiudean talvolta all’improvviso
per mostrare un tesoro di dentini: 15che begli occhi, perdio! che bel sorriso!…
Spandean le vesti un lascivetto odore
di muschio intorno, ed un piedin guizzante
faceva indovinare lo splendore
d’una gamba nervosa e provocante: 20spandean le vesti un lascivetto odore…
Io sbattevo talor le persïane
e tossivo per farla rivoltare,
e poi, pensando a tante cose strane,
non mi piaceva più di studïare:
25come sbattevo quelle persïane!…
E un giorno un ciclamin lasciai cadere
mentre passava, e tutto rosso in volto
mi ritirai per non farmi vedere,
e mai non seppi se l’avea raccolto: 30un giorno un ciclamin lasciai cadere…
Venne l’autunno, e più non la rividi
la bionda crestaina riccioluta
che m’aveva strappato ai libri fidi,
toccandomi una corda ancóra muta: 35passò l’autunno, e più non la rividi!…
E poi riseppi ch’era all’ospedale
e che la tisi dentro la rodeva,
e che nessun conforto il lento male
un po’ men disperato le rendeva… 40e poi riseppi ch’era all’ospedale!