Primo pensiero di una strada di ferro tra Firenze e Livorno

Carlo Cattaneo

1836 Indice:Primo pensiero di una strada di ferro tra Firenze e Livorno.djvu ferrovie/Livorno Primo pensiero di una strada di ferro tra Firenze e Livorno Intestazione 26 aprile 2011 100% Ferrovie

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Nuove comunicazioni per mezzo di Canali, di
Bastimenti a vapore, di Strade e Ponti
di ferro.


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Primo pensiero di una strada di ferro tra Firenze e Livorno.


Nel N.° 38 del Giornale Agrario che, ad onor di Toscana e d’Italia tutta, si pubblica dai Georgofili di Firenze troviamo molti eccellenti scritti di sociale economia; fra i quali uno di R. Lambruschini sul frutto dei capitali; uno di Napoleone Pini sulla proprietà letteraria; uno di Leonida Landucci sulle cause del dissesto economico dei possidenti toscani; uno di Jacopo Fabroni sulla mutua assicurazione del bestiame, e uno finalmente di Fabio Andreini sulle strade di ferro. Ci ristringiamo a recare un brano di quest’ultimo perchè allude a un progetto di strada ferrata tra Firenze e Livorno; il quale farà forse meraviglia a tutti quelli che desiderano ancora in quel paese l’instituzione delle Diligenze. Ci duole di non poter qui recare un estratto di tutti gli altri succitati scritti; i quali provano con quanto zelo in Toscana si coltivi la buona scuola economica già fondata dal Bandini. Il solo regno di Napoli può per numero e opportunità di scritti economici contendere la palma; mentre questi studj caduti omai in grave languore nella nostra città, sembrano poi nel resto d’Italia pressocchè obliati.

C.

“Sopra questo particolare, dice il sullodato sig. Andreini, avremo, quanto alla Toscana, dei dati certi dagli studj che presentemente fanno dotte persone intorno alla convenienza che vi sarebbe a stabilire una strada di ferro da Firenze a Livorno. Benchè tali studj non siano terminati, pure già possiamo esser quasi sicuri che il commercio fra queste due città è abbastanza considerabile perchè metta il conto di stabilirla; può inoltre credersi che la somma celerità dei trasporti aumenterebbe in seguito la quantità delle merci provenienti dalle parti di Bologna e di Modena, e dall’Adriatico per la nuova strada Aretina, e per quella ch’è per aprirsi per la vallata del Montone a traverso la Romagna toscana: tutte cose che [p. 234 modifica] ognun vede quanto debbano influire a render sicura da ogni scapito una tale intrapresa, e immensamente giovevole all’intiera Toscana. D’altronde la spesa di tale strada sarebbe, ne sembra, minore pel nostro paese che altrove, a cagione della mano d’opera non molto costosa, e dell’abbondanza di materiali in ogni genere che fra noi si ritrova. Lo stesso celebre ingegnere Brunel asserisce non esservene alcuna che più interessi di stabilire e che più possa esser profittevole a coloro che ne facciano la spesa. Nè è da temere che possa trovarsi priva d’ogni mezzo di sussistenza tutta quella popolazione la quale vive con i guadagni ricavati dagli ordinarj mezzi di trasporto. Si hanno mille esempj che un nuovo ramo aperto all’industria, ancorchè sembri che debba distruggerne altri a quello analoghi, ha invece fatto partecipe ai comodi della vita un maggior numero di persone, nel tempo stesso che i rami rivali si amplificavano. In niun luogo le diligenze hanno arrecato il minimo danno ai conduttori di altre carrozze, e in Parigi un gran fatto si osserva, quello degli omnibus dallo stabilimento de’ quali tutti temerono che i fiacres dovessero ripetere la loro rovina, ed in quel cambio il numero di questi non è scemato. In Toscana esiste inoltre una favorevole circostanza; nelle Maremme è aperto un nuovo e vasto campo all’industria ed all’attività; quivi fertile la terra e ameno il cielo, solo un’aria funesta vietava all’uomo di godimento di tanti beni. Ma per le sovrane provvide cure cambia d’aspetto quella provincia; purificata l’aria, con l’essiccazione delle paludi, quelle terre aspettano la mano dell’uomo per produrre in quantità molti dei ricchi doni che la natura non dà se non a coloro che se li procacciano con la loro industria e costanza. Per il che omai può supporsi che, prima ancora che si venisse al compimento di una strada di ferro, quegli uomini i quali, giorno per giorno devono ritrarre dalle loro fatiche un incerto guadagno onde sostentare la vita, a poco a poco dileguandosi il timore delle febbri, andranno colà a cercare un’agiatezza maggiore, al coperto dei capricci della fortuna e dei cambiamenti delle umane cose. Ma se pur ciò non si verificasse (il che non è da credersi) è provato dal fatto che non abbandona l’antico mestiere il vetturale scacciato dalla costruzione di una strada di ferro: ne abbiamo esempj palpabili in Inghilterra, giacchè colà si hanno osservazioni sicure che se è diminuito il numero dei cavalli impiegati sopra le strade ordinarie, quando queste hanno avuta la concorrenza di strade di [p. 235 modifica] strade di ferro, il medesimo numero di cavalli non è però stato tolto dall’ordinario impiego dei trasporti; esso in tal caso ha servito a condurre alla nuova strada le genti circonvicine e le mercanzie delle campagne adiacenti; ed anzi il numero dei cavalli è andato aumentando, tanto è gigantesco l’impulso che da all’industria e al commercio lo stabilimento di una strada di ferro!

Tutto adunque invita alla costruzione di una strada a rotaje da Firenze a Livorno, ed io sarei ben contento se la mia debole voce facesse cangiar pensiero ad alcuno di coloro che nutrono antipatia per questo nuovo mezzo di comunicazione! Terminerò col rammentare a questi che i resultati felici per le società le quali dopo maturo e giudizioso esame intrapresero la costruzione di strada di ferro in America e in Inghilterra, e i vantaggi che immediatamente risentirono le provincie traversate da esse, noti ovunque, le propagano e ne aumentano ogni dì più il numero. In America, in Inghilterra, in Francia e in Germania continui sono i progetti, continue le associazioni per stabilirle. L’Italia non resterà indietro; e già può contemplarsi il momento in cui l’Europa sarà intersecata in tutte le direzioni da queste vie che saranno come nuove vene per una maggior diffusione della ricchezza e del progresso. I battelli a vapore sul mare, le macchine locomotive sulla terra trasporteranno ovunque ne piaccia un immenso numero di viaggiatori e di mercanzie per il più dritto cammino con incredibile rapidità e con tenue spesa; il movimento degl’intelletti avrà così creato il movimento fisico degli esseri animati e delle cose inanimate, e questo in ricompensa renderà l’altro più attivo; e finalmente è credibile che non si troverà più alcuno il quale non abbia veduto che la sola terra natia, tanto sarà divenuta abitudine degli uomini il viaggiare e il conoscere i paesi stranieri.”