Primo maggio/Parte sesta/XIV

Parte sesta - XIV

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Sì, voleva andare al Circolo. Lì sapeva di trovare il covo dei suoi nemici, dei Giuda, dei suoi odiatori, dei più feroci avversari delle sue idee. E così v’avrebbe trovato il Geri. E tanto meglio. Aveva bisogno di qualche cosa che lo togliesse da quella situazione. Ma, strada facendo, i suoi pensieri presero un altro corso. Provò una pietà indignata e sprezzante per un meccanismo sociale, vantantesi civile, che lasciava nell’ozio forzato tante migliaia di braccia robuste, mentre altre si sformavano da troppo lavoro, mentre c’erano dei millioni d’ettari di terre fertili o incolte, e digiunar tanta gente mentre rigurgitava il mercato di prodotti, che andavano a male! Un meccanismo sociale dove la tanto vantata benificenza non trova o sorpassa tante incolpevoli miserie per cadere su tanta gente che ha dissipato il suo in vizi e piaceri.

E lo prese un’ira contro l’ignoranza e la stupidità delle classi popolari italiane. Ah! era una trista cosa esser l’apostolo d’una idea nuova in un popolo non ancora maturo a riceverla, abbrutito dalla servitù, dalla cortigianeria, rassegnato a tutto. Oh il socialismo italiano, non unito, frantumato e perso in piccoli rivoli regionali, disseccati dal sole, frazionato in tanti piccoli nuclei, non coordinati fra loro, incomposto, appoggiato a istituzioni vecchie, sorte con criteri diversi, ma disperso in cento giornaletti impotenti, sprecante in cento sforzi separati forze, attività, denaro! Oh, in quella pronosticata rimunerazione universale il popolo italiano non avrebbe fatto altro che la parte di ilota, trascinato a rimorchio e quasi incosciente, mezzo secolo dopo, della rivoluzione che sarebbe avvenuta fuori e senza di esso!... La massa ignorante, sofferente, rassegnata lo irritava; questa non gli faceva altro che un’immensa pietà; ma quei che capivano, i socialisti stessi, fiacchi, lo sdegnavano! Quasi pigliava in uggia quell’organizzatore, quello scimunito ottimista - il Moretti degli operai - quasi prendeva in dispetto lo stesso Barra, e tentato di dar ragione al Baldieri, che lo diceva un "aspirante borghese"! Ah in loro non era la fiamma sacra, non sapevano muovere, trascinare i compagni, non avevano la forza dell’ira, non odiavano! E lo sapevan bene tutti quei signori che vivevano in una petulante sicurezza, essi ne conoscevano l’ignavia - l’ignoranza - le miserabili e stupide divisioni - essi che li mandavano a votare come mandre, che li intimidivano come branchi di servi, che li compravano, li manomettevano, li schernivano, e si facevano onorare, applaudire, riverire, dar dei titoli onorifici, - e sapevano che entro a questa massa, c’era ancora un’altra massa - la massa agricola - più ignorante, più stupida, più rassegnata di loro. E questa idea gli mise in corpo un nuovo furore - lo spinse più determinato al club con l’idea di sfogarsi. - Già che erano tanto sicuri, che almeno si sentissero dire in faccia la verità! A prezzo del suo sangue, l’avrebbe detta.