Primo maggio/Parte sesta/VIII

Parte sesta - VIII

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Quella commozione lo lasciò sconvolto per tutto quel giorno e il seguente, e più profondo che mai gli fece sentire il bisogno ch’era nella sua natura amorosa, dell’espansione nell’animo della donna, quella che parla all’orecchio, che stringe la mano e accarezza la fronte. - V’era nel cuor suo un recesso in cui solo la parola della donna poteva entrare. E, quasi senz’avvedersene, la sera, col suo nuovo articolo in tasca, si recò all’ufficio della Quistione.

Chiese di Rateri, - non c’era.

Entrò nella seconda stanza - c’era la Zara. Essa fece un gesto vivace come per nasconder qualche cosa.

Di nuovo egli incontrò quello sguardo, che, appena fissatosi nel suo viso, disse: - Ho compreso. - Ed ebbe un’espressione tra di pietà e di simpatia, che disparve subito nell’ordinaria severità pensierosa.

Essa veniva da dare una lezione privata; s’era appena messa al lavoro.

Egli porse il suo articolo, sedette, la guardò. E subito lo prese un bisogno violento di farla parlare a ogni costo e le domandò ex-abrupto: - La disturbo? - con un accento che voleva dire chiaramente: - Perché non parla?

Allora, come per un proposito improvviso, essa parlò, quasi continuando un discorso, lentamente, dei disoccupati metallurgici: famiglie mancanti di tutto, - i pochi soccorsi si perdevano come un rigagnolo in un deserto di sabbia - le sottoscrizioni, iniziate da giornali speciali - non rendevano -, le cose erano al punto, che tutti avrebbero dovuto dar tutto il superfluo - V’erano dei bimbi che deperivano di giorno in giorno... - Egli, vivacemente, prese il portamonete, e mise un biglietto sul tavolo. - Essa disse: - Lo riprenda: è l’amministratore che riceve i denari - e continuò a parlar di miserie, con un’intonazione eguale, come se pensasse ad altro, come d’un animo in cui la pietà delle miserie umane era quasi tenuta in freno da uno sforzo continuo, poderoso, che faceva il pensiero per cercarvi un rimedio.

E a quella monotonia delle parole, egli non badava più - guardava lei, ripreso da mille curiosità e desideri. Vedeva in lei la donna dell’avvenire, forte come un uomo, bastante a sé, non dantesi che all’uomo amato, ma con una forza immensa, con uno slancio d’amore sconosciuto ai nostri tempi. E di nuovo pensò agli ardenti amori delle fanciulle nichiliste, strozzati dal carnefice. Oh! Quanto valeva più quella forza chiusa, quel mistero, che la civetteria che ci fa conoscere casualmente una donna prima d’averla goduta, che anticipa tutto e fa tutto indovinare. La civetteria gli pareva un’arte puerile e invecchiata, appetto alle attrattive di quella donna, che gli facevano pensare a una voluttà tragica, profonda, inimmaginabile. E provò un’amarezza a pensare che la sua gioventù, la sua bellezza, la sua situazione, non avessero alcun potere sopra di lei. E guardando il suo vestito nero, quel pallore, quel volto, fu preso da un violento desiderio di sentire quel braccio intorno al suo collo, in un momento di pericolo! Avrebbe voluto esser ferito in una sommossa, essergli portato davanti insanguinato, per avere un suo slancio di pietà e d’amore! E la passione gli si fece sentir così forte, che, per troncar le parole in cui stava per uscire, tirò fuori l’articolo, glie lo porse, e s’alzò.

La Zara gli domandò dove doveva mandargli le bozze del primo.

Sventatamente, egli rispose dando l’indirizzo dell’albergo.

Dettolo appena, fu colpito dal senso di sorpresa che si manifestò rapidamente sul viso di lei, e dallo sguardo profondo, in cui si vedeva passare una folla di pensieri, che gli fissò in viso un momento. Certo, essa aveva capito a volo che egli era separato dalla moglie. E a sua volta fu sorpreso. E pensò: - forse che aveva simpatia per lui, e che le faceva piacere quella separazione, la quale le concedeva d’abbandonarvisi, o non essendo più rattenuta dalla coscienza dignitosa di non voler esser causa di divisione fra lui e sua moglie? Questo spiegava il suo freddo ritegno di fino allora. La osservò; gli parve di scorgere una leggiera agitazione in lei, nel modo come rimestava i fogli, e, pure parendogli un po’ ignobile, stava per approfittarne, quando uno dei fogli essendole caduto, nel movimento rapido che essa fece per raccattarlo, essendosi alzata la linguetta della tasca del soprabito, Alberto intravvide nella tasca un pezzo di pane sbocconcellato. Quasi ad un tempo egli vide sulla tavola qualche briciola di pane.

Capì tutto - quello era il suo desinare di quel giorno - aveva dato ogni cosa! E i suoi pensieri sensuali sparirono sotto l’onda improvvisa d’un’immensa pietà mista d’ammirazione e di tenerezza; che gli riempiron gli occhi di lacrime. Essa vide l’effetto, senza sospettarne la causa, e come per arrestare l’espressione che ne temeva, prese a parlare con vivacità insolita. Pensava a far fondare una scuola di cucina per le mogli degli operai, che non san far nulla, e fan con più spesa mangiar male i loro mariti. Parlò della Società d’unione delle donne degli Stati Uniti, un millione e mezzo di socie, creata con lo scopo di restringere la vendita dei liquori forti... Oh se ci fosse stata nelle donne italiane la forza di quelle, che andavano in drappelli alle porte delle bettole, a fermar gli operai, a ragionare, pregare, piangere, esponendosi con eroico coraggio agli insulti e alle percosse! Parlò della Casa dei derelitti, a cui andava a raccomandare un ragazzo, e con poche parole, rivelò una cognizione meravigliosa e precisa di tutte le istituzioni simili d’America e d’Europa, e gli mostrò una tabella della rivista La protezione dell’infanzia. Egli s’avvicinò, mentre continuava a parlare, e sentì un odore che lo mise sossopra - che gli ricordò l’odore di cornetta soppressata che aveva sentito un giorno avvicinando il suo al capo d’una giovine suora di carità china sul letto della madre ammalata. E commosso, guardando le briciole del pane, senza badare alle sue parole, ritto accanto a lei, fu dieci volte sul punto di dire una parola, di fare un atto; e dieci volte il timore d’un brusco disinganno, di commettere un enorme errore, lo trattenne; - fin che non potendosi più vincere, persa la testa, le afferrò una mano con le due sue, e se la strinse convulsamente sul cuore.

Con sua grande sorpresa, e con un sentimento di gioia profonda, egli non sentì lo sforzo di ritirarla. Ma neanche vide nel suo viso un’espressione di pietà dolorosa, mista a un certo senso di ripugnanza, che le avrebbe tolto quella gioia, e stava per porsi quella mano alla bocca, quando un rumore si sentì nella camera vicina. Egli la lasciò, - felice - e una nuova gioia gli diede, andandosene, di non poter incontrare il suo sguardo, perché aveva il viso basso. Essa doveva nascondere il rossore - dunque l’amava!