Primi poemetti/L'accestire/L'alloro
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L’ALLORO
con un ramo d’alloro umido in mano:
3prendete: io devo ritornar da Nando„
“A che fare?„ la madre gridò: “Piano
con le mie scarpe! So che il babbo è stanco:
6ci vuole mezzo per calzarli il grano:
andranno scalzi! due siete ed un branco
parete!„ L’uscio era socchiuso. Fuori
9era per tutto un gran barbaglio bianco.
La neve nascondea tutti i colori.
Su, v’appariva qualche fila nera
12delle grandi orme degli agricoltori:
dove scendeva per veder se c’era
la terra più, dal tetto e dalla scala,
15il passero: egli che avea messo a sera
tranquillamente il capo sotto l’ala.
”L’orbaco...„ ripetè Dore, voltando
all’uscio aperto il suo nasetto rosso:
19”devo aiutarlo: l’ho promesso, a Nando„
“A che fare? io lo so, mamma, e lo posso
dir io„ fece Rosina: ”hanno gli archetti
22per pigliar qualche cincia e pettirosso!
Povere cincie! poveri uccelletti!
non hanno ove posare le zampine
25nude! coperti campi, alberi, tetti!
Non hanno che beccar, queste mattine:
nè un pippolo nè un becio: ecco, e costoro
28tendono... Oh! babbo è troppo buono, infine!„
Parlava, ed attendeva al suo lavoro,
stacciando su la conca alta la lieve
31cenere. E Dore le porgea l’alloro
di su l’uscio, tra un gran bianco di neve.
”L’orbaco...„ ”Dà„ Lei prese il ramoscello,
e lui sparì. Ma non pensava a loro
35più Rosa bionda. Era il suo giorno, quello.
Poco era il giorno e molto era il lavoro:
la falce è grande, ma più grande il prato.
38E su la conca ella sfogliò l’alloro,
perchè sapesse odore il suo bucato.