CXXXIII

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CXXXIII.


Poeti, vi ridico in conclusione,
     Che le potte non sono da sprezzare,
     Perch’ alle prove ch’elle sanno oprare
     4Non resiste trinciera o bastione.
A petto lor gl’è bestia Sansone,
     Nè la mascella sua sapría che fare,
     Ed Ercole potrian scojoneggiare,
     8Idest farlo parere da cojone.
Un voler della fica è quel che sforza,
     Anzi il tutto acconsente a i cenni suoi,
     11Ed abbia pur durissima la scorza.
E quel proverbio non è chiaro a voi,
     Che un pel di potta tira con più forza,
     14Che mille argate 1 insieme, e mille buoi?

Note

  1. Argani.