CXCII

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CXCI CXCIII
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CXCII.


Sentomi già sì stanco di parlare,
     Mercè del mestier mio becco fottuto,
     Che ’l palato tutt’arso m’è venuto,
     4E i labbri insieme sentomi attaccare.
Cosa da farne molti sospettare,
     Vedendomi a tal termine caduto,
     Che per vedermi in carestía d’un sputo
     8I denti omai mi converria sputare.
Lodata ne sia sempre santa piva,
     E se non basta ancor sant’orinale,
     11Che la cagion si vede onde diriva.
Altrimenti diría chi pensa male,
     Che i labbri tengo asciutti di saliva,
     14Per servirmene anch’io da cardinale.