Postuma (1883)/XX
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XX.
Questi poveri versi accanto al fuoco,
Rivedrai colla mente a poco a poco,
4I giorni in che t’amai.
E ti cadrà sul petto il viso smorto,
Per la memoria del tuo tempo lieto:
A me ripenserai nel tuo segreto,
8A me che sarò morto.
E ti parrà d’udir la voce mia
Nel vento che di fuor suscita il verno
E ti parrà d’udir come uno scherno,
12Una bieca ironia.
E la voce dirà: «Te ne rammenti,
Te ne rammenti più? Com’eran belli
I tuoi capelli d’oro, i tuoi capelli
16Sul bianco sen fluenti!
Oh, come il tempo t’ha mutata! Oh, come
T’ha impresso in viso i suoi pallidi segni!
Dove son dunque i tuoi superbi sdegni
20E le tue bionde chiome?
Sola al tuo focolar siedi, piangendo
La giovanil tua morta leggiadria;
Io piango solo nella tomba mia;
24Vieni dunque: t’attendo!
Vieni e se in vita mi fallì la speme
Di viver teco i giorni miei sereni,
Ci sposeremo nella tomba. Vieni;
28Vi marciremo insieme.»