XVII

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XVI XVIII
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XVII.


EBBRO


 
N

OI d’Epicuro i sacerdoti siamo,
Noi la face d’amor lieta rischiara,
Noi l’opulenta mensa abbiam per ara
4E i cantici di Bacco al ciel leviamo;

    Frine con noi sacerdotessa abbiamo
Che i misteri del Dio calda c’impara
Di Pafo alla Dea libera e cara
8I canti, i baci, i sacrifici diamo.

    Noi non abbiam per rito altro che il riso,
E non sognamo il travaglioso acquisto
11D’una noia infinita in Paradiso;

    Ma l’uggia debelliam del secol tristo
In un femineo sen celando il viso,
14Bevendo in fresco e bestemmiando Cristo.