Postuma (1883)/LXXV
![]() |
Questo testo è stato riletto e controllato. | ![]() |
◄ | LXXIV | LXXVI | ► |
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/9/9d/Postuma_Sacchetti_147.jpg/400px-Postuma_Sacchetti_147.jpg)
LXXV.
MENDICA
ENTRE, la ricca imbandigion levata,
Tranquillo io me ne uscia,
Vidi una fanciulletta inginocchiata
4 Nel fango della via.
Colle vesti cadenti a brano a brano,
Pallida e macilente,
Implorava col pianto e colla mano
8 La pietà della gente.
In grembo le gittai qualche moneta
E dissi: ― « o poveretta,
Torna alla madre tua che forse inquieta
12 Per te piange e t’aspetta.
Tremulo e mesto errar vidi un sorriso
Sulla sua bocca smorta
E al ciel volgendo lo stremato viso
16 Disse: ― mia madre è morta. »
Disse: ― mia madre è morta: io son digiuna
E la stagione è cruda.
In terra a me non pensa anima alcuna:
20 Sono orfanella e ignuda. »
Io sentii che talvolta ancor bisogna
Pianger dell’infelice
E innanzi alla miseria ebbi vergogna
24 D’esser quasi felice.
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/3/3c/Postuma_Sacchetti_115.jpg/120px-Postuma_Sacchetti_115.jpg)