Poesie varie (Pascoli)/1872-1880/Ghino di Tacco
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Ghino di Tacco uscì di Radicofani;
l’asta gittava un’ombra lunga al suolo.
Guarda un villan di tra le stoppie e mormora:
4quella è l’asta di Tacco e il suo figliuolo.
Dall’antica badia tra i lecci rosea
l’abate il vide per la via passare:
gridò d’un tratto: salvum fac me, Domine;
8poi disse: Ghin di Tacco egli mi pare.
Per il gran piano tra la rada nebbia
riguardando lo scorse anche un torriere.
— Guidi il tuo bruno palafren San Giorgio! —
12urlò dall’alto — o franco cavaliere! —
— Buon cavalier che passi, in groppa arrecati
la vecchia che meschina andar non sa —
— Dio t’abbia nella sua santa custodia;
16son Ghino, ho fretta. — Buon barone, or va. —
Gli nitrì sotto il palafren; latrarono
nella corte i molossi ed i limieri;
e il castellano interrogava, pallido,
20con un cenno del capo, i ministrieri.
Soffiò allor nel gran corno. Ardeva al vespro
la punta della lancia e la celata.
Cento barbute ha intorno; ed una veste
24ha nelle fiere mani, insanguinata.