Poesie varie (Angelo Mazza)/Sonetti/II. Il retto uso della musica

Angelo Mazza

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II

IL RETTO USO DELLA MUSICA.

1

Degli affetti Armonia seco divida,
Pallade a un tempo e Citerea, l’impero;
né la diva, che vinse il pomo in Ida,
quella offenda dall’asta e dal cimiero.
Al valor giovi, a voluttá sorrida,
del bel, del grande interprete e del vero;
né artifício importun prema e recida
i begl’impeti al cor, l’ale al pensiero.
A ritrar da natura i sensi avvezza
gli accenti e i moti anco ne attinga, e n’esca
bella varietá, varia bellezza.
E mentre di salubre amabil esca
sparge ne’ petti la natia dolcezza,
né spiaccia a’ saggi, né a’ vulgari incresca.

2

Oh, ne’ bei giorni della culta Atene,
musica delle belle alme ornamento,
quando virtú col tragico lamento
dal teatro echeggiava e dalle scene!
De’ gravi padri alle prodotte cene
giungea decoro il dorico stromento,
né a giovin cor periglio era e tormento
il notturno apparir d’empie sirene.
Agli uomini ’l cantor sacro, ed a’ numi
caro, le argive discorrea contrade,
delle leggi custode e de’ costumi.
Gli ondeggiavan di popolo le strade
poco men fatte di letizia fiumi.
Oh aurei giorni! ahi tralignata etade!