Poesie della contessa Paolina Secco-Suardo Grismondi/Al cavaliere conte Giovanni Battista Giovio
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AL CAVALIERE CONTE
GIO. BATTISTA GIOVIO
PER UN DI LUI COMPONIMENTO POETICO
SULL’INDICATO ARGOMENTO
Come già lieto, di palustri fronde
Cinto il Benaco i crini, e i suoi frementi
3Marin fiotti sedati, uscìa dell’onde
Di Catullo ad udire i dotti accenti,
Qualor di Roma al fumo Ei si togliea
6Più tranquilli cercando ozj innocenti;
E di Sirmio alle tacite volgea
Selvette amiche ove da ombroso speco
9L’aere cantando di dolcezza empiea,
E col glauco lor Dio pen deano seco
Le Ninfe intente di que’ carmi al suono
12Cui sovra l’acque raddoppiava l’eco;
Così, Spirto gentil, cui le vie sono
D’Elicona dischiuse, e l’Ascree Dive
15Sì nobil plettro hanno concesso in dono,
Lieto ad udirti in sulle algose rive
Tragge il tuo Lario, e a lui dintorno cento
18Traggon sua gloria e amor Ninfe giulive;
Nè batter ala intanto ardisce il vento,
Nè, l’onda gorgoliar mentre tu versi
21Dalle soavi labbra ibleo concento.
Pur del Lario le Figlie ora dolersi
Certo vedrai, poichè insegnar lor godi
24Il troppo umil mio nome entro a tuoi versi
Non degno obbietto degli Eolii modi
Ch’ami destar su quelle rive usate
27Sol d’alti ingegni a rammentar le lodi
Là ve d’Eroi fra immagini onorate1
Che dell’invida età sprezzano l’ira
30Da vivaci pennelli effigïate
L’Ombra del tuo grand’Avo ancor si aggira,
E de’ chiari suoi pregi, e de’ più bei
33Vetusti esempli emulator ti ammira.
Quelle le mete son, quelle ove dei
Fervid’inni drizzar, di me in obblìo
36Lasciando il nome, e i rozzi carmi miei.
Ma ben giusto ti accese oggi desìo
La nuova a celebrar Coppia diletta
39Che per mano d’Amore il Cielo ordìo,
Coppia per cui fulgida schiera eletta
Di fausti eventi già sui vanni aurati
42D’Orobia i colli a rallegrar si affretta.
E il lor guardo spignendo in sen de’ Fati
Qual di figli usciranne ordin felice
45S’odon ridir con teco eccelsi Vati,
Di cui seguire i voli a me non lice.
Note
- ↑ [p. 232 modifica]Si allude ai molti insigni ritratti d’uomini illustri, che già furono raccolti da monsignor Paolo Giovio vescovo di Nocera, e che nella pregievole gallerìa del conte Giovio tuttora si conservano.