Poesie (Rilke)/Al ragazzo Elis
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Al ragazzo Elis
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Elis, se il merlo chiama da nere foreste,
allora è il tuo tramonto.
Bevono le tue labbra il fresco di azzurre sorgenti.
Lascia, se la tua fronte piano sanguina,
le remote leggende
e il presagio oscuro del volo.
Tu che vai con passi taciti nella notte
carica di grappoli purpurei
levi piú belle nell’azzurro le braccia.
Batte un cespo di rovi
dove i tuoi occhi guardano, lunari.
Elis da quanto tempo tu sei morto.
Il tuo corpo è un giacinto
in cui fruga con ceree dita un monaco.
Il silenzio è una nera grotta; sbuca
di tanto in tanto timida una fiera,
abbassa lenta le palpebre gravi.
Nera rugiada cola alle tue tempie,
ultimo oro di stelle cadute.